martedì, Aprile 23, 2024

Il discorso di fine anno del presidente Mattarella incentrato sui giovani, sul futuro e sulla pace

Il secondo mandato, con i molteplici eventi politici e istituzionali, poi la crisi di governo, l’elezione della prima donna premier, e ancora il covid, l’Ucraina e la pace, il lavoro, il clima, il bene comune e la partecipazione alla vita pubblica degli italiani, la Costituzione come bussola ma anche un messaggio ai giovani, invitati a non “cancellare” il proprio futuro. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto ieri il suo ottavo discorso di fine anno, il primo del secondo settennato, toccando tutti i temi che hanno contraddistinto un 2022 definito “complesso” e augurando un 2023 che sia “l’anno della fine delle ostilità”, da affrontare “con uno sguardo nuovo”, quello dei giovani e delle loro speranze: “Facciamo sì – l’invito del Capo dello Stato – che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso”, le parole di Mattarella.
“Un anno addietro, rivolgendomi a voi in questa occasione, definivo i sette anni precedenti come impegnativi e complessi. Lo è stato anche l’anno trascorso, così denso di eventi politici e istituzionali di rilievo. L’elezione del Presidente della Repubblica, con la scelta del Parlamento e dei delegati delle Regioni che, in modo per me inatteso, mi impegna per un secondo mandato. Lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni politiche, tenutesi, per la prima volta, in autunno”, ha esordito Mattarella.
“Il chiaro risultato elettorale – ha detto – ha consentito la veloce nascita del nuovo Governo, guidato, per la prima volta, da una donna. È questa una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà”.
“Nell’arco di pochi anni si sono alternate al Governo pressoché tutte le forze politiche presenti in Parlamento, in diverse coalizioni parlamentari. Quanto avvenuto le ha poste, tutte, in tempi diversi, di fronte alla necessità di misurarsi con le difficoltà del governare”, ha sottolineato. “Riconoscere la complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali: dalla pandemia alla guerra, dalla crisi energetica a quella alimentare, dai cambiamenti climatici ai fenomeni migratori”, ha spiegato ancora, aggiungendo: “La concretezza della realtà ha così convocato ciascuno alla responsabilità. Sollecita tutti ad applicarsi all’urgenza di problemi che attendono risposte. La nostra democrazia si è dimostrata dunque, ancora una volta, una democrazia matura, compiuta, anche per questa esperienza, da tutti acquisita, di rappresentare e governare un grande Paese”.
“È questa consapevolezza, nel rispetto della dialettica tra maggioranza e opposizione, che induce a una comune visione del nostro sistema democratico, al rispetto di regole che non possono essere disattese, del ruolo di ciascuno nella vita politica della Repubblica. Questo corrisponde allo spirito della Costituzione”, ha detto, continuando: “Domani, primo gennaio, sarà il settantacinquesimo anniversario della sua entrata in vigore. La Costituzione resta la nostra bussola, il suo rispetto il nostro primario dovere; anche il mio.
“Siamo in attesa di accogliere il nuovo anno ma anche in queste ore il pensiero non riesce a distogliersi dalla guerra che sta insanguinando il nostro Continente. Il 2022 è stato l’anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa. La risposta dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti”.
Redazione
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