mercoledì, Aprile 24, 2024

“Ho visto il kitesurfer mentre veniva ‘risucchiato’ dall’elicottero”

Aumentano i testimoni del processo legato al kitesurfer Ognibene ferito ad ottobre del 2018 dopo il passaggio di un potente Chinook schierato in una esercitazione militare. Nell’udienza che si è svolta venerdì presso il giudice di pace di Civitavecchia è stata la volta di Antonio Giorgio, un dipendente del municipio di Ladispoli che quel giorno si trovava sulla spiaggia di Torre Flavia, il luogo dell’incidente. Giorgio non ha avuto alcuna esitazione di fronte al giudice: «Ho sentito un rumore assordante, poi ho visto quella vela risucchiata dall’elicottero». Una testimonianza che di certo non va a favore delle persone che si ritrovano imputate in questa storia: un graduato della Marina a capo dell’addestramento e i due piloti dell’esercito che il 3 ottobre 2018 erano a bordo dell’elicottero che poi andò via senza prestare soccorso allo sportivo. Non solo. Giorgio ha detto pure che non c’era vento: «era una giornata di sole». Questa versione ovviamente va contro quella della difesa che ha sempre puntato sulla raffica di vento e non sul fatto che la doppia elica del Chinook Boeing CH-47 avesse aspirato Alessandro Ognibene, romano di 53 anni, per almeno dieci metri fino a farlo crollare sulla sabbia. Insomma, per i legali degli imputati deve essere valutata «la situazione meteorologica nell’immediatezza dell’evento». Il kitesurfer finì elitrasportato al Gemelli con lesioni gravi su varie parti del corpo. Tra gli elicotteri in azione quel giorno, solo quello coinvolto non aveva la scatola nera a bordo. In aula doveva esserci anche il sindaco Alessandro Grando, chiamato testimone probabilmente per fornire alcuni chiarimenti sulle indicazioni di volo nella zona protetta di Torre Flavia ma il primo cittadino non si è presentato all’appuntamento. Era invece presente la moglie di Ognibene. Un momento piuttosto emozionante quando ha ricordato la telefonata col marito appena travolto dall’elicottero. A fare da tramite proprio Antonio Giorgio che è stato il primo a soccorrerlo. È una vicenda senza precedenti in Italia oggetto di inchiesta della procura ordinaria, militare e della Nato dato che alcuni, tra i 12 velivoli in addestramento, appartenevano a forze straniere. Anche il ministero della Difesa aveva annunciato l’avvio di una indagine ma non si è saputo più nulla. In aula avevano già testimoniato altre persone. «Mi trovavo dietro la duna, ma dopo il sollevamento della vela ho visto il corpo salire di scatto in aria e poi scendere giù a peso morto», è quanto detto in precedenza al giudice dal pescatore Marco Lorenzi. Il vigilantes Andrea Piazzai aveva invece confermato la presenza degli elicotteri a bassa quota.
Redazione
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