martedì, Aprile 16, 2024

Pd, parla Arturo Parisi: “Cambiare il nome? Intanto è utile parlarne”

“Utile è sicuramente parlarne, e perciò preziosa la provocazione di chi invita a cambiarlo. Se si pensa con Dante che i nomi sono conseguenti alle cose presenti o ai progetti tutto dipende dalla cosa o dal progetto evocato”. Lo dice Arturo Parisi, rispondendo all’Adnkronos sulla questione del cambio del nome del Partito democratico. “Considerato quel Nuovo Partito Democratico, scritto da tutte le parti tutto in maiuscolo, con contorno di Congresso e Assemblea Nazionale Costituente per dire di una ripartenza grazie al ritrovamento con gli scissionisti di Art.1, più che utile sarebbe appunto conseguente. Come ho sentito appunto dire da autorevoli esponenti del partito di Bersani e D’Alema -spiega Parisi-. Un nuovo nome sta infatti a significare la chiusura della parentesi aperta nel 2007 e il desiderio di ripartire con più forte vigore in un’altra direzione”. L’ex ministro prosegue: “La specificazione poi con la sostituzione o aggiunta di nuove lettere a quel semplice D, visto che con la condivisa enfasi sul ruolo dei partiti, mi sembra escludere la sparizione della P, mi sembra voglia rappresentare l’abbandono della scelta di rivolgersi alla maggioranza degli italiani, la più ampia possibile, a favore di una proposta più riconoscibile profilata in termini di classe sociale e di riferimenti ideologici. In questa prospettiva PdL o PdS sarebbero nomi che andrebbero bene entrambi. Peccato che il primo sia stato già sciupato da Berlusconi, e l’altro consumato e perciò abbandonato in un’altra stagione”. Ma personalmente lei che ne pensa? “La mia risposta è purtroppo scontata. È quella che diedi proprio 23 anni fa di questi giorni, mi sembra ieri, quando come leader dei Democratici in occasione del Congresso dei Ds, riunito al Lingotto, proposi a Veltroni di ragionare assieme sulla fondazione del Pd. Purtroppo senza esito. Ed è anche la risposta che l’anno precedente, per salvaguardare il nome di Pd come nome di tutti, avevamo dato assieme a Prodi a Rutelli e Di Pietro chiamando semplicemente “i Democratici” il Movimento che all’insegna dell’Asinello scalciante era sceso in campo contro la pregiudiziale anti-ulivista che era stata alla base del governo D’Alema”, dice Parisi.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli