venerdì, Aprile 19, 2024

Roma, assalto alla Cgil, oggi le prime tre condanne con il rito abbreviato

Per l’assalto alla sede Cgil di Roma compiuto il 9 ottobre 2021 sono state condannate tre persone. Il gup, al termine di un processo svolto con rito abbreviato, ha inflitto sei anni di reclusione al genovese Andrea Savaia e quattro anni ai romani Maurizio Ciocca e Daniel De Filippis. Nei confronti di Savaia, legato ai movimenti No Green pass, il pm ha contestato i reati di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale, mentre gli altri due sono stati ritenuti responsabili solo di devastazione. Per questa vicenda Andrea Savaia era stato raggiunto della misura cautelare degli arresti domiciliari, per Ciocca e De Filippis obbligo di firma. L’arresto di Savaia Andrea Savaia venne arrestato, assieme ad altri, il 14 gennaio del 2022 a poche ore da un’altra manifestazione prevista a Roma. Nell’ordinanza cautelare il gip scrisse che “l’intensità offensiva delle condotte contestate e l’imminente svolgimento di un’altra manifestazione indetta dal movimento no vax – consolidano e rendono quanto mai attuale le esigenze cautelari”. Per il giudice “è necessario intervenire con i presidi che impediscano adesso e nel prossimo futuro che costoro possono strumentalizzare libere e pacifiche manifestazioni di pensiero, insinuandosi pericolosamente nei cortei per alimentare gli animi dei facinorosi e fomentare azioni di violenza”. Le prime condanne A luglio sempre il gup di piazzale Clodio ha emesso le prime sei condanne per l’assalto di Corso d’Italia. Pene tra i sei e i quattro anni mezzo. Tra i condannati anche Fabio Corradetti, figlio della moglie del leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino, a cui sono stati inflitti sei anni. Stessa pena per Massimiliano Urisno, leader palermitano di Forza Nuova. Secondo quanto ricostruit, Corradetti faceva parte di un gruppo composto da circa 50 persone “che aveva avuto un ruolo decisivo nel creare criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica” e per “produrre violenti scontri, in particolare tra coloro che avevano forzato gli sbarramenti a Piazzale Flaminio”, come scrissero i giudici del tribunale collegiale nel provvedimento con cui ribadirono il carcere per il ventenne. Il processo principale Intanto mercoledì è in programma l’udienza del processo principale che vede imputati anche i leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino. Prevista l’audizione degli imputati. Secondo l’impianto accusatorio nel blitz di Corso d’Italia fu Fiore ad avere il ruolo di leader. Nelle motivazioni con cui il gip respinse un’istanza di scarcerazione avanzata dalle difese si affermava che il fondatore di Fn “non si espone nei comizi, non collabora alla devastazione dei locali del sindacato, ma organizza la manifestazione, dirige i cortei, ne stabilisce i percorsi, tratta e parla con le forze dell’ordine e decide finanche quando l’azione criminosa deve cessare”. Le testimonianze Agli atti dell’indagine anche una serie di testimonianze tra cui quella di alcuni operatori di polizia a cui Castellino si rivolge affermando: “Portateci da Maurizio Landini o lo andiamo a prendere noi”. Lo stesso segretario generale del sindacato è stato poi sentito come testimone nel processo e ha descritto l’assalto “come un atto contro i lavoratori che hanno deciso di organizzarsi in organizzazione. E’ stata una devastazione inaccettabile”.
Redazione
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