sabato, Aprile 20, 2024

Nuovo duro attacco della Russia contro il ministro Crosetto accusato di “ridurre il dialogo tra Kiev e Mosca”

Russia di nuovo all’attacco di Guido Crosetto. L’ambasciatore russo a Roma, Sergei Razov, ha pubblicato su Facebook una lunga lettera aperta inviata al ministro della Difesa, nella quale mette in dubbio “la sincerità delle parole” di Crosetto, contenute nell’intervista di ieri al Corriere della Sera, accusando ancora una volta l’Italia di “ridurre le opportunità di contatto e di dialogo tra i popoli dei nostri due Paesi”. “Il 30 gennaio di quest’anno Lei ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui, tra l’altro, ha affermato che l’Europa non deve chiudere le porte ai russi e percepire il popolo russo come un nemico – esordisce l’ambasciatore nella sua lettera aperta – Concordiamo di rado con le Sue dichiarazioni e azioni soprattutto per quanto riguarda la fornitura di armi italiane all’Ucraina, ma credo che quasi tutti i cittadini russi sottoscriverebbero senza esitazione queste parole. E lo stesso farebbero, suppongo, anche in Italia. Ma in che misura tali parole corrispondono alla realtà? Esaminiamo i fatti concreti. Chi è che sta riducendo le opportunità di contatto e di dialogo tra i popoli dei nostri paesi?”. “La Russia, fondamentalmente per iniziativa del precedente governo italiano, è stata privata dell’accesso a 300 miliardi di dollari delle proprie riserve valutarie. Ora si discute della possibilità di uno scippo definitivo. E stiamo parlando dei soldi dei contribuenti russi”, sostiene Razov, che fa un lungo elenco di tutti i passi fatti dall’Italia nell’ultimo anno per “impedire e distruggere il dialogo”. “L’Italia continua a sequestrare immobili, proprietà e altri beni di uomini d’affari russi dichiarati “oligarchi”. Su questa base, giuridicamente traballante,  viene discriminata un’intera categoria di cittadini del nostro Paese che ha investito i propri capitali nello sviluppo dell’Italia – scrive l’ambasciatore – Con pretesti inverosimili e con la scusa della “solidarietà”, sono stati ingiustificatamente espulsi dall’Italia 30 dipendenti dell’ambasciata russa a Roma (con i familiari: 72 in totale), persone che tanto si erano adoperate per sviluppare e rafforzare le relazioni bilaterali. Tra questi, anche coloro che, nel periodo più difficile della pandemia di coronavirus, hanno contribuito a organizzare l’operazione militare-umanitaria russa svoltasi in Italia nel marzo-maggio 2020 per aiutare le popolazioni colpite del Paese amico. In segno di ‘gratitudine’, l’Italia ha riconosciuto ai nostri diplomatici lo status di “persona non grata’”.
Redazione
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