giovedì, Aprile 25, 2024

Il 2023 è iniziato con molti aumenti tra cui anche quello del costo dei conti correnti bancari

Il 2023 è iniziato con molti aumenti e, tra questi, c’è anche quello del costo dei conti correnti. Secondo l’analisi di Facile.it, realizzata sull’Indicatore dei Costi Complessivi (ICC) dei conti offerti oggi da sei primari istituti bancari rispetto al 2022 i prezzi sono saliti tra l’8% e il 26% con costi compresi fra i 28 e i 154 euro annui. Con aumenti così elevati non sorprende vedere che molti italiani abbiano scelto di cambiare istituto di credito. Il dato è confermato dall’indagine che Facile.it ha commissionato agli istituti mUp Research e Norstat da cui è emerso che, nell’ultimo anno il 15,1% dei correntisti, pari a 5,6 milioni di individui, ha detto di aver cambiato conto corrente e, tra questi, 4,4 milioni hanno dichiarato di averlo fatto a causa dell’eccessivo costo. Guardando più nello specifico alle motivazioni che hanno spinto gli italiani a cambiare conto corrente emerge che il 53,2% lo ha fatto perché giudicava troppo alto il canone annuo base (si arriva fino al 59,1% nella fascia 25-34 anni ed al 56,3% al Sud e nelle Isole); il 31,5% perché riteneva eccessivo il costo delle singole operazioni (41,4% nella fascia 35-44 anni e 34,9% al Sud e nelle Isole) ed il 25% perché i costi (fissi o variabili) avevano subito aumenti eccessivi nel corso dell’anno. Altra ragione di cambiamento è stata la qualità del servizio: il 21,6% ha dichiarato di aver lasciato il proprio conto perché il servizio offerto non era all’altezza, l’11,1% non riteneva valido l’home banking, mentre il 9,7% ha cambiato perché il conto non era dotato di funzionalità digitali. La portabilità, vale a dire la possibilità di trasferire i servizi di pagamento dal proprio conto a quello di un altro istituto di credito, è un diritto normato dalla legge. Il passaggio è gratuito e prevede una procedura semplificata che deve essere completata dalla banca entro 12 giorni lavorativi dalla sottoscrizione della richiesta e, in caso di ritardo, è prevista una penale a carico dell’istituto di credito. Eppure, come emerso dall’indagine commissionata da Facile.it, i contrattempi non mancano. Tra coloro che al momento del cambio avevano spese domiciliate sul conto vecchio quasi il 34%, pari ad oltre 1,5 milioni di individui, ha avuto problemi nel trasferire le domiciliazioni su quello nuovo. La percentuale cresce in maniera davvero importante se si isola il solo campione del Meridione. Nel Sud e Isole il 33,7% nazionale diventa addirittura il 44,9% praticamente quasi un titolare su due.
Redazione
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