giovedì, Aprile 18, 2024

Regione Lazio, parte il “risiko” delle poltrone per la Giunta e il Consiglio: la Lega chiede la presidenza dell’aula

Archiviata la vittoria schiacciante su centrosinistra e 5 Stelle, che gli ha restituito la guida della Regione Lazio dopo 11 anni, ora per il centrodestra parte il risiko delle poltrone di comando. Le 10 della Giunta (tanti sono gli assessori previsti) e quella del presidente del Consiglio regionale. Che vengono considerate un tutt’uno nell’ambito della spartizione tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia: molto complicato che venga lasciato qualcosa alla Lista Civica di Rocca e Udc, visti gli striminziti risultati ottenuti alle urne. Infatti, il partito che otterrà lo scranno più alto dell’Assemblea regionale difficilmente potrà vedersi riconoscere più di un assessore (la presidenza della Pisana viene solitamente paragonata a due assessorati di medio calibro). In questo quadro da effetto domino la Lega, secondo quanto risulta all’agenzia Dire, ha fatto la prima mossa chiedendo agli alleati (FdI in testa) la presidenza del Consiglio regionale, forte del risultato elettorale che l’ha “incoronata” secondo partito del centrodestra con poco più dell’8,5% (quasi il quadruplo in meno di FdI). Il nome è quello di Pino Cangemi: l’ex assessore della Giunta Polverini agli Enti Locali e Sicurezza e consigliere regionale dal 2013 è stato il più votato del Carroccio (oltre 15mila voti), che oltre a lui ha rieletto gli uscenti Laura Cartaginese e Orlando Tripodi. L’ex paracadutista della Folgore ha poi un atout da non sottovalutare: la capacità di dialogare con la futura opposizione, in particolare il Pd. Nella scorsa legislatura Cangemi fu colui che, insieme a Enrico Cavallari (primo tra i non eletti in Forza Italia), garantì la maggioranza alla giunta Zingaretti (allora “azzoppata” dai soli 25 consiglieri su 51 usciti dalle urne) col cosiddetto “patto d’aula”, che resse per un paio d’anni, e in cambio nell’estate del 2018 ottenne la vicepresidenza del Consiglio rimasta vacante dopo l’arresto di Adriano Palozzi, coinvolto nell’inchiesta dello stadio della Roma a Tor di Valle. Poi Cangemi, che poco dopo la sua elezione a consigliere era uscito da Forza Italia per confluire nel gruppo Misto, nel settembre 2020 aderì alla Lega. Proprio le sue traversie politiche e la “stampella” che fornì al centrosinistra non sarebbero state dimenticate da alcuni leghisti non eletti, che si starebbero opponendo all’ipotesi Cangemi presidente d’Aula per due motivi: la presidenza alla Lega restringerebbe spazi di ingresso in Giunta ai quali anche i non eletti possono ambire; il timore che si possa ricreare quell’asse tra Cangemi e Daniele Leodori (l’ex vicepresidente della Regione è stato il più votato del Pd e delle minoranze e molto probabilmente sarà eletto vicepresidente d’Aula per la quota che spetta alle opposizioni) capace di concedere ai dem spazi di manovra sgraditi ai vincitori. Oltre alla presidenza del Consiglio, il partito di Matteo Salvini si aspetterebbe anche un paio di posti in Giunta o uno ma di rilievo. Il ragionamento sarebbe questo: la legge elettorale ha penalizzato Lega e Forza Italia, che insieme hanno preso la metà dei voti di FdI (cioè il 17% rispetto al quasi 34% dei Fratelli) ma in Aula sono rappresentati solo da 6 consiglieri contro i 22 di FdI, e quindi sarebbe giusto riconoscere questo “peso” in Giunta. Anche guardando a chi è rimasto fuori dal Consiglio. Ad esempio la più votata della Lega nella città di Roma è risultata Eloisa Fanuli. Dal canto suo Forza Italia chiederebbe il vicepresidente e un assessore. Con ogni probabilità uno dei due rappresenterà il territorio della provincia di Latina (feudo del coordinatore regionale del partito, Claudio Fazzone) dove gli azzurri hanno fatto registrare la loro migliore performance regionale (oltre il 20%): il nome che circola è quello di Giuseppe Simeone, consigliere azzurro uscente dopo due legislature. L’altro assessore (nel caso venisse accordato) proverrebbe da Roma. Il pezzo del partito che fa capo al vicepremier Tajani spinge per l’ex deputata Maria Spena ma questa “componente” è uscita ridimensionata dal voto non avendo eletto alcun consigliere. E in questo contesto prende quota l’ipotesi del rieletto Fabio Capolei, il più votato a Roma e provincia.
Redazione
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