mercoledì, Aprile 24, 2024

Vaticano, parla Papa Francesco: “Le mie dimissioni non sono in agenda”

“È vero che ho scritto le mie dimissioni due mesi dopo l’elezione e ho consegnato questa lettera al cardinale Bertone. Non so dove si trovi questa lettera. L’ho fatto nel caso che io abbia qualche problema di salute che mi impedisca di esercitare il mio ministero e di non essere pienamente cosciente per poter rinunciare. Questo però non vuol affatto dire che i Papi dimissionari debbano diventare, diciamo così, una “moda”, una cosa normale.” Lo ha detto Papa Francesco in un dialogo privato con i Gesuiti, in occasione del recente viaggio apostolico in Africa, nella Repubblica del Congo e nel Sud Sudan, reso noto oggi dal direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro. “Benedetto ha avuto il coraggio di farlo perché non se la sentiva di andare avanti a causa della sua salute. Io per il momento non ho in agenda questo. Io credo che il ministero del Papa sia ad vitam”, ha rimarcato Bergoglio ponendo fine alle voci circa una sua eventuale “rinuncia” al pontificato.E torna a parlare del fastidioso ‘chiacchiericcio’ che si avvita attorno ad alcune situazioni: “Pensate che il  ministero dei grandi patriarchi è sempre a vita. E la tradizione storica è importante. Se invece stiamo a sentire il “chiacchiericcio”, beh, allora bisognerebbe cambiare Papa ogni sei mesi!”. Tante cose per altro sono in programma e come potrebbe Francesco lasciare l’incarico di primo servitore di Dio quando il mondo è attanagliato dalle guerre? “Apriamo gli occhi: tutto il mondo è in guerra! dal Congo all’Ucraina si uccide con una crudeltà che mi sconvolge”. La Siria vive una guerra da 12 anni, e poi lo Yemen, il Myanmar con il dramma dei Rohingya – ha detto il Papa – Anche in America Latina ci sono tensioni e conflitti. E poi dicendosi pessimista torna sulla “guerra in Ucraina: ”Ma io mi domando: l’umanità avrà il coraggio, la forza o persino l’opportunità di tornare indietro? Si va avanti, avanti, avanti verso il baratro. Non so: è una domanda che io mi faccio. Mi dispiace dirlo, ma sono un po’ pessimista. Oggi davvero sembra che il problema principale sia la produzione di armi. C’è ancora tanta fame nel mondo e noi continuiamo a fabbricare le armi. È difficile tornare indietro da questa catastrofe. E non parliamo delle armi atomiche! Credo ancora in un lavoro di persuasione”. E conclude “Noi cristiani dobbiamo pregare tanto: perchè dice il Santo Padre “Mi colpisce soprattutto la crudeltà. Le notizie che vengono dalle guerre che ci sono nel mondo ci parlano di una crudeltà persino difficile da pensare. Non solo si uccide, ma lo si fa crudelmente. Per me questa è una cosa nuova. Mi dà da pensare. Anche le notizie che arrivano dall’Ucraina ci parlano di crudeltà. E qui in Congo lo abbiamo ascoltato dalle testimonianze dirette delle vittime”. E sul piano del cammino sinodale e del dialogo imprescindibile con le altre religioni “stiamo preparando un incontro per il 2025 con il patriarca Bartolomeo, vogliamo arrivare a un accordo per la data della Pasqua, che in quell’anno coincide e vogliamo celebrare questo Concilio come fratelli”, aggiunge il Santo padre. Bartolomeo di Costantinopoli è stato il primo Patriarca ‘ecumenico’, (capo della Chiesa ortodossa ndr) che dopo tanti secoli ha presenziato all’inaugurazione del suo ministero, ha ricordato.
Redazione
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