giovedì, Aprile 25, 2024

Cinema, ai Premi Bafta domina “Niente di nuovo sul fronte occidentale”

“Niente di nuovo sul fronte occidentale” domina i Bafta. Il dramma tedesco contro la guerra si rimette in gioco per gli Oscar del 12 marzo avendo vinto come miglior film ai British Academy Film Awards considerati tra i precursori degli Academy Awards. Il film di Edward Berger sulle trincee della prima guerra mondiale ha conquistato sette statuette (su quattordici candidature), più di ogni altra produzione rivale: miglior film, miglior regista, miglior film non in inglese, sceneggiatura non originale, cinematografia, colonna sonora ed effetti sonori. La pellicola è il terzo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Erich Maria Remarque, dopo il film del 1930 e una versione più popolare del 1979. E’ stata selezionata anche per rappresentare la Germania ai Premi Oscar 2023 nella sezione del miglior film internazionale, arrivando a ricevere 9 candidature. Austin Butler di “Elvis” e Cate Blanchett di “Tar” sono stati premiati come i migliori attori del 2022 secondo la giuria dei premi della British Film and Television Academy annunciati in alla Royal Festival Hall nella serata condotta da Richard Grant. Snobbato con l’eccezione di un premio minore per l’editing, “Everything Everywhere All At Once”, in controtendenza con i gusti dei giurati degli Academy Awards che in gennaio avevano regalato al film di Daniel Kwan e Daniel Scheinert (i Daniel) un record di undici candidature. I Daniel hanno vinto ieri il premio per la regia della Directors Guild of America mettendo il cappello almeno su quella statuetta: solo otto volte in 75 anni di storia della Dga il vincitore viene snobbato agli Academy Awards. “Niente di nuovo sul fronte occidentale” arriva agli Oscar del 12 marzo con nove candidature, alla pari con “Gli spiriti dell’Isola” che ai Bafta di nomination ne aveva dieci ma ha vinto in solo quattro categorie al pari con “Elvis”. Il film del regista irlandese Martin McDonagh è stato premiato per gli attori non protagonisti (Kerry Condon e Barry Keoghan), per la sceneggiatura originale e per il miglior film britannico anche se, come ha tenuto a precisare il britannico-irlandese McDonagh dal palco, è un film molto irish “anche se l’asinello è di Stoke on Kent, e dunque si qualifica”. La vittoria della Condon come migliore attrice non protagonista per “Gli Spiriti dell’Isola” è andata per qualche secondo “lost in transatlantico”: l’interprete non ha capito il nome che l’attore sordomuto Tony Kotsur aveva annunciato nella lingua dei segni e ha quindi riferito che la premiata era Carey Mulligan. Sia Kotsur che il traduttore sono corsi subito ai ripari e la statuetta è stata consegnata senza che la Mulligan, candidata per il docudramma “She Said”, avesse avuto il tempo di alzarsi dalla poltrona per salire sul palco. Il premio per il miglior film di animazione è andato al “Pinocchio” di Guillermo Del Toro, quello per il miglior documentario a “Navalny”, con una coda polemica perché un collaboratore chiave del film sull’avvelenamento del grande rivale di Vladimir Putin, il giornalista bulgaro Christo Grezov, è stato disinvitato all’ultimo momento per motivi di sicurezza. Su input della Blanchett, ambasciatrice dell’Onu, molte star avevano appuntata sull’abito la spilletta blu della campagna .WithRefugees dell’Unhcr: “L’ho messa pensando alle vittime dei terremoti in Siria e Turchia”, ha detto Paul Mescal, candidato per Aftersun che è valso alla regista Charlotte Wells il premio per l’opera prima.

 

 

Redazione
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