Si lavora sull’analisi dei telefoni sequestrati per individuare la presunta “Talpa” che dall’ufficio intercettazioni di piazzale Clodio avrebbe passato informazioni coperte da segreto d’ufficio alla praticante avvocata Camilla Marianera e al suo compagno Jacopo De Vivo, entrambi in carcere con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Nell’ambito della delicatissima indagine della Procura di Roma sono state effettuate perquisizioni nell’ufficio intercettazioni, della Sorveglianza e in Corte d’Appello e gli inquirenti avrebbero iscritto nel registro degli indagati alcuni funzionari dell’ufficio intercettazioni. Ma chi avrebbe passato materialmente le informazioni riservate non è stato ancora individuato. Secondo i magistrati, da quasi due anni i due arrestati avrebbero ”erogato somme di denaro a un pubblico ufficiale – ancora ignoto – addetto dell’ufficio Giudiziario in cambio di notizie su eventuali procedimenti penali coperti dal segreto, remunerati mediamente nella misura di 300 euro a richiesta”. Le personalità di Marianera e De Vivo vengono descritte nell’ordinanza di custodia cautelare come ”assolutamente pericolose per come hanno fatto breccia nel sistema di controllo interno dell’ufficio intercettazioni della Procura e per come abbiano trovato un ignoto pronto a siglare un patto di natura corruttiva, creando -quella che l’accusa definisce- un vero e proprio “Protocollo criminale.”