giovedì, Maggio 2, 2024

Milano, Alberto Genovese resta in carcere. Respinta l’istanza della difesa dell’ex imprenditore

Alberto Genovese resta in carcere anche dopo la condanna definitiva. L’ex imprenditore del web Alberto Genovese, condannato a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale con uso di droghe su due modelle nel 2020, tra Ibiza e Milano, è detenuto nel carcere di Lecco dalla sera del 13 febbraio. Lo ha deciso il gup di Milano che ha rigettato il ricorso della difesa: una decina di giorni fa, a carico dell’ex fondatore di start up era stato eseguito un provvedimento di esecuzione pena con carcerazione. Genovese era ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi nel Lecchese ma, secondo l’ordine firmato dal pm, i reati per i quali è stato condannato sono ostativi alla concessione dei domiciliari e il suo residuo pena, tenuto anche conto del ‘pre-sofferto’ (il tempo in misura cautelare), supera i 4 anni di circa due mesi. Argomenti normativi questi che sono stati accolti nella decisione del giudice che ha respinto l’istanza difensiva, dopo l’udienza di discussione di ieri. Lo stesso giudice, lo scorso settembre, ha emesso la sentenza di condanna, poi ricalcolando al ribasso la pena (da 8 anni e 4 mesi a poco meno di 7 anni) dopo la rinuncia ad impugnare in appello della difesa, sulla base delle nuove norme della legge Cartabia. Intanto i legali hanno però chiesto la scarcerazione, sulla base delle esigenze di cura e riabilitazione di Genovese, anche con istanza al tribunale della sorveglianza (competente la magistratura di Varese). Mentre per il 9 marzo è fissata un’altra udienza davanti al gup di Milano sull’opposizione della difesa al ricalcolo della pena effettuato dal giudice. Infine, dopo gli interrogatori richiesti dagli indagati nel filone “bis” dell’inchiesta, tra cui figura sempre Genovese ma anche l’ex collaboratore Daniele Leali, la procura chiederà il rinvio a giudizio. L’ex imprenditore, in questa tranche è accusato di altre due violenze con lo stesso schema, di intralcio alla giustizia e di detenzione di materiale pedopornografico.
Redazione
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