giovedì, Aprile 25, 2024

Con l’arresto di Rosalia “spunta” il primo pizzino di Matteo Messina Denaro contro lo Stato

Tra i messaggi ritrovati a casa della sorella di Matteo Messina Denaro, Rosalia, arrestata dai carabinieri del Ros con l’accusa di associazione mafiosa, ce n’è uno risalente al 15 dicembre del 2013, in cui il boss, rivolgendosi ai familiari, scriveva: “Essere incriminati di mafiosità, arrivati a questo punto lo ritengo un onore. Siamo stati perseguitati come fossimo canaglie. Trattati come se non fossimo della razza umana. Siamo diventati un’etnia da cancellare. Eppure, siamo figli di questa terra di Sicilia, stanchi di essere sopraffatti da uno Stato prima piemontese e poi romano che non riconosciamo. Siamo siciliani e tali volevamo restare”. “Hanno costruito una grande bugia per il popolo. Noi il male, loro il bene. Hanno affossato la nostra terra con questa bugia – proseguiva il testo scritto dall’ex capo di Cosa Nostra -. Ogni volta che c’è un nuovo arresto si allarga l’albo degli uomini e delle donne che soffrono per questa terra. Si entra a far parte di una comunità che dimostra di non lasciare passare l’insulto, l’infamia, l’oppressione, la violenza. Questo siamo e un giorno sono convinto che tutto ci sarà riconosciuto e la storia ci restituirà quel che ci ha tolto la vita”. Il pizzino, custodito da Rosalia nella casa di campagna a Campobello, secondo quanto scritto dal gip di Palermo, che ha disposto l’arresto della donna, era “idealmente indirizzato alla sorella Patrizia e al nipote Francesco (figlio di Rosalia, ndr)”.
Redazione
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