giovedì, Marzo 28, 2024

Inchiesta sulla prima ondata del Covid, Conte ai pm: “Il governatore Fontana non chiese la zona rossa per la Val Seriana”

Giuseppe Conte, indagato nell’inchiesta sulla gestione del Covid in provincia di Bergamo, sentito dai pm nel giugno 2020 come persona informata dei fatti disse: “Con Regione Lombardia non ho avuto interlocuzioni dirette in materia di ‘zona rossa’ per Nembro e Alzano. Le mie interlocuzioni sono state solo con il Presidente Fontana ed escludo che mi sia stata chiesta l’istituzione di una zona rossa per Nembro e Alzano”. Il verbale è agli atti dell’inchiesta. Conte spiegò anche che da Fontana non arrivarono mai “richieste formali o informali” sulla zona rossa e parlò della mail che il governatore gli inviò il 28 febbraio 2020 chiedendo il “mantenimento” delle “misure” già adottate”.
La Lamorgese parlò di “ricognizione” – L’ex premier ha risposto a una domanda dei pm che chiedevano se sapesse che “nei giorni precedenti al 5 marzo 2020” c’era stato o meno “un dispiegamento di forze dell’ordine nei Comuni di Nembro e Alzano Lombardo”, Comuni nei quali comunque la zona rossa non fu mai istituita. “L’ho saputo dopo, credo dalla stampa. Ho chiesto informazioni, se non erro al ministro Lamorgese, e mi è stato detto che, in via preventiva, avevano predisposto una ricognizione. Non credo fosse stato disposto dal ministro Lamorgese e in ogni caso non mi sono informato sui dettagli”, ha risposto Conte.
Non solo la Val Seriana – “Di fronte” agli approfondimenti del Cts “e alla luce degli ultimi dati, emerse l’orientamento degli esperti di una soluzione ancora più rigorosa e complessiva, non limitata ai soli due comuni della Val Seriana”, ma a tutta Italia. Questo è quanto spiegato da Conte, allora presidente del Consiglio, il 12 giugno 2020. Conte ha raccontato che la mattina del 6 marzo 2020 si era recato negli uffici della Protezione Civile dove si svolse “una ampio confronto” sui dati epidemiologici “della Val Seriana e degli altri territori lombardi e non solo”.  Le date chiave nella consulenza di Crisanti per i pm – La relazione affidata a giugno 2020 al microbiologo Andrea Crisanti dalla procura di Bergamo che indaga sulla gestione del Covid, è lunga circa 80 pagine e rivela che il 4 febbraio 2020 all’ospedale di Alzano Lombardo circolava il Covid, più di due settimane prima della data del caso di Paziente 1. Il 12 febbraio 2020, otto giorni prima della scoperta del primo caso a Codogno, l’epidemiologo Stefano Merler, chiamato come consulente, “in una riunione a cui partecipava anche il ministro Speranza” illustrò scenari di diffusione del contagio Covid, basati “sulle osservazioni cinesi”, e spiegò che “l’impatto sul sistema sanitario italiano sarebbe stato devastante in termini di decessi e occupazione dei reparti di terapia intensiva”.
Redazione
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