venerdì, Aprile 19, 2024

Migranti, il governo al lavoro su flussi, rimpatri e linea dura sui trafficanti

Le parole del Papa, che ha espresso il suo “dolore” per la strage dei migranti, avvenuta a Steccato di Cutro, hanno lasciato il segno. Il Pontefice ha lanciato ancora una volta un appello “affinché non si ripetano simili tragedie” e “i trafficanti di esseri umani siano fermati”. Parole che il governo riprende e rilancia, cercando di accelerare sui provvedimenti da mettere in campo per cercare di gestire la complessa questione migratoria. “Facciamo nostre” le parole del Papa – dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – e faremo di tutto per “combattere” gli scafisti, sostiene a nome del governo. Allo studio un provvedimento che coinvolgerà più ministeri sotto la regia della premier, a cominciare dall’inasprimento delle pene per i trafficanti d’esseri umani alla semplificazione dei meccanismi d’accoglienza,  passando per l’istituto della protezione internazionale, a nuove misure relative ai rimpatri. Tra le ipotesi anche quella di una nuova rideterminazione dei flussi regolari di migranti, grazie ad accordi di cooperazione con i Paesi di origine chiamati a contrastare le partenze irregolari. Al momento, comunque, si tratta solo di ipotesi in attesa che si definiscano meglio eventuali provvedimenti da adottare.  Dopo il Dpcm di fine dicembre scorso sui flussi, che fissa una quota massima di ingressi pari a 82.705 stranieri, di cui 44.000 per motivi di lavoro stagionale, e il decreto Ong, allo studio potrebbero esserci pene più severe per gli scafisti e la possibile idea di fissare una quota annuale per l’entrata di centomila stranieri regolari, che vengano poi collocati in base alle esigenze del mercato del lavoro nei vari settori. Il tema, di certo, sarà affrontato nel Consiglio dei ministri previsto a Cutro e annunciato dalla premier Meloni, che si dovrebbe tenere entro la settimana.  Già il 7 marzo però il titolare del Viminale Matteo Piantedosi affronterà nuovamente la questione immigrazione tornando sulla vicenda di Cutro con un’ informativa urgente del governo nell’aula di Montecitorio per ricostruire la dinamica dell’intervento della Guardia di Finanza e del ruolo della Guardia Costiera dopo che Frontex aveva avvistato, la sera prima del naufragio, il barcone nel mar Ionio “ma senza lanciare nessun allarme”, come viene sottolineato dal governo. Non è escluso un confronto prima dell’informativa, secondo alcune indiscrezioni di stampa, tra la premier e il titolare del Viminale, sulla gestione della vicenda e le dichiarazioni (“La disperazione non può mai giustificare viaggi che mettono un pericolo i propri figli”) che hanno suscitato diverse reazioni politiche, a cominciare dalla richiesta di dimissioni da parte della neo segretaria del Pd Elly Schlein. Una delle ipotesi è che Meloni possa chiedere al ministro dell’Interno di bloccare il pacchetto di norme mutuate dai decreti Salvini sull’accoglienza dei migranti. Un appuntamento importante per il governo, a proposito della imprescindibile collaborazione in ambito Ue, sarà quello in programma a Bruxelles il prossimo 9 marzo, in vista della riunione del Consiglio europeo dei ministri dell’Interno. Già in occasione del vertice dei Paesi del Med5, di cui fanno parte Italia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna, è stato prodotto un documento chiaro sottoscritto dai cinque Stati membri: contrastare le partenze irregolari dei barconi, rafforzare i rimpatri, aumentare con Frontex la sorveglianza dei confini e – agli Stati che subiscono maggiori pressioni migratorie – far decidere autonomamente le procedure di frontiera. Dunque un contrasto deciso all’immigrazione irregolare e alle partenze dai Paesi di origine che avvenga attraverso un rafforzamento dei rapporti bilaterali e un potenziamento dei rimpatri.
Redazione
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