Lo stop forzato della pandemia ha riacceso negli italiani la voglia di convolare a nozze. Dal Report dell’Istat su matrimoni, unioni civili separazioni e divorzi, emerge che Matrimoni e unioni civili sono in ripresa, ma ancora non ai livelli pre-Covid. Nel 2021 sono stati celebrati in Italia 180.416 matrimoni, l’86,3% in più rispetto al 2020, anno in cui, a causa della crisi pandemica, molte coppie avevano rinviato le nozze. L’aumento non è stato però sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente: la variazione rispetto al 2019 è infatti pari a -2,0%. Continua così la tendenza alla diminuzione della nuzialità che si osserva in Italia da oltre quarant’anni. A crescere nel 2021 sono soprattutto i primi matrimoni, ben 142.394, il 78,9% del totale. In particolare volano le prime nozze con sposo e sposa in età tra 30 e 34 anni, le classi di età più penalizzate nell’anno della pandemia. I matrimoni religiosi sono quasi triplicati rispetto al 2020, ma registrano un calo (-5,1%) rispetto al periodo pre-pandemico. In aumento anche le seconde nozze. La pandemia ha colpito in maniera meno pesante i secondi matrimoni (-28,6% nel 2020 rispetto al 2019); la loro successiva ripresa, pur meno incisiva rispetto ai primi matrimoni, è tale da superare i livelli del 2019 (38.022 nel 2021, +0,2%). La tipologia più frequente tra i matrimoni successivi al primo è quella in cui lo sposo è divorziato e la sposa è nubile (sono il 6,9% dei matrimoni celebrati nel 2021); seguono le celebrazioni in cui entrambi gli sposi sono divorziati (6,3%) e quelle in cui la sposa è divorziata e lo sposo è celibe (5,7%). I matrimoni successivi al primo sono più diffusi nei territori in cui si registrano i tassi di divorzio più elevati, ovvero nelle regioni del Nord e del Centro. Le percentuali più alte di matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze sul totale delle celebrazioni si osservano in Liguria (36,1%) e Friuli-Venezia Giulia (32,5%). Le incidenze più basse si rilevano, invece, in Basilicata (8,0%) e Calabria (8,6%). Più di un matrimonio su due è celebrato con rito civile. La quota dei matrimoni civili osservata nel 2020 (71,1%) aveva registrato un eccezionale aumento a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, che hanno colpito soprattutto le celebrazioni con rito religioso. La voglia di convolare a nozze diminuisce, invece, tra i giovani, complice la convivenza prematrimoniale o la tendenza a ritardare l’uscita dalla famiglia di origine: -16,0% e -9,7% rispetto al 2019, rispettivamente per uomini e donne fino a 30 anni. La tendenza al rinvio delle prime nozze porta a un’età media di 34,3 e 32,1 anni rispettivamente per uomini e donne, rileva l’Istat. La diminuzione dei primi matrimoni è speculare alla progressiva diffusione delle libere unioni (convivenze more uxorio) più che triplicate tra il biennio 2000-2001 e il biennio 2020-2021 (da circa 440mila a 1 milione e 450mila). L’incremento è da attribuire soprattutto alle libere unioni di celibi e nubili. Nel 2021 sono state costituite inoltre 2.148 unioni civili tra coppie dello stesso sesso presso gli Uffici di Stato Civile dei Comuni italiani, che con un aumento del 40,3% rispetto al 2020 (anno di generale contrazione) tornano sostanzialmente ai livelli del 2019 (2.297 unioni civili).
