mercoledì, Aprile 24, 2024

Emergenza climatica in Antartide, nuovo allarmante record: il ghiaccio è ai minimi da 45 anni

Il 21 febbraio 2023 l’estensione del ghiaccio marino antartico ha toccato un altro, preoccupante, minimo storico scendendo, per il secondo anno consecutivo, al livello più basso degli ultimi 45 anni con un’area inferiore a 2 milioni di km2. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Ocean-Land-Atmosphere Research condotto da un team di scienziati dell’Ocean-Land-Atmosphere Research (OLAR) e della State University of New York guidato da Jiping Liu. A partire dalle immagini e dai dati delle osservazioni satellitari, i ricercatori hanno potuto stabilire le dinamiche che guidano la fusione del ghiaccio e seguire le tappe che negli ultimi mesi hanno portato a questo nuovo record negativo. Un dato che solleva la questione se questo nuovo minimo rappresenti un’anomalia occasionale o la spia di una transizione verso un declino a lungo termine. Il ghiaccio marino presente nell’Oceano Antartico, spiegano gli scienziati, mostra una grande variabilità sia a livello stagionale sia di anno in anno. Il 21 febbraio 2023, l’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto il suo minimo stagionale di 1.788 milioni di chilometri quadrati, stabilendo un nuovo minimo storico dalla fine degli anni ’70. Questo record negativo non è un fatto isolato ma si colloca in un contesto che vede, dal 2017, il restringimento anomalo delle estensioni di ghiaccio. Ad allarmare gli studiosi il fatto che arrivi subito dopo il precedente minimo storico di 1,924 milioni di km2 del 2022. Dopo questo record infatti, le forti ondate di caldo a metà marzo nell’Antartide orientale e nelle aree costiere hanno mantenuto l’estensione del ghiaccio ben al di sotto degli standard per il mese di marzo. A questo punto, il ghiaccio marino antartico ha registrato un evento raro: il minimo storico per tre mesi consecutivi (giugno, luglio e agosto). Da ottobre, lo scioglimento stagionale dei ghiacci ha raggiunto un ritmo ben al di sopra della norma e, a causa di una ulteriore forte anomalia di riscaldamento stagionale, il declino del ghiaccio marino a dicembre è stato tanto accelerato da portare alla seconda più bassa estensione mai registrata nell’ultimo mese dell’anno. Un’accelerazione nello scioglimento del ghiaccio che si è protratta nei mesi di gennaio e febbraio 2023. Diversi sono i fattori atmosferici associati a modalità di variabilità climatica che, secondo gli studiosi, potrebbero aver contribuito al nuovo record minimo del 2023. In primo luogo, si legge nello studio, nel 2022 si è verificata una continua oscillazione antartica positiva, con un picco a settembre, novembre e dicembre che ha portato a uno spostamento persistente verso sud-ovest nell’Amundsen Sea Low (ASL). Questo fatto ha notevolmente ridotto il ghiaccio marino nel mare di Bellingshausen e ad est della penisola antartica. Nel 2022, inoltre, la perturbazione tropicale chiamata La Nina ha esacerbato questi effetti, alterando la circolazione atmosferica. L’oceano ha assorbito la maggior parte del calore in eccesso e la temperatura media ha raggiunto un livello record. Di qui l’interrogativo se questi record negativi degli ultimi anni siano una breve anomalia dovuta in gran parte alla variabilità climatica naturale o la spia di una transizione a lungo termine verso la diminuzione del ghiaccio marino antartico, in cui l’influenza antropica supera la variabilità naturale. La riduzione significativa del ghiaccio marino antartico provocherebbe un impatto profondo sul clima e sull’ecosistema locale, influenzando la stabilità delle piattaforme di ghiaccio, la stabilità della catena alimentare e la popolazione della fauna selvatica. Ulteriori ricerche, conclude lo studio, sono necessarie per rispondere agli interrogativi ancora irrisolti e migliorare la comprensione umana di come il cambiamento del ghiaccio marino antartico potrebbe interagire con il più ampio sistema terrestre.
Redazione
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