
Come avete costruito la serata?
Come nel libro cercheremo di essere abbastanza ordinati e andremo per decadi. Partiremo da papà negli Anni 50 e 60, facendo delle canzoni simbolo che hanno caratterizzato l’immaginario collettivo di quei periodi, raccontando quello che è successo. La cosa interessante è che nel racconto che va a spiegare un po’ di aneddoti raccontati nel libro andremo anche a rispondere a qualche domanda del pubblico.
Cosa significa per te portare in giro la musica e il ricordo di tuo papà?
E’ un bel bagaglio di emozioni, di responsabilità ma anche di felicità. Fa bene a me e ai ragazzi del quartetto che hanno condiviso le proprie vite musicali con lui. E’ bello anche suonare i suoi brani che avevamo riarrangiato per uno spettacolo intitolato “The Best” da cui era stato tratto anche un dvd.
Con il passare del tempo c’è qualcosa di tuo padre che ritrovi in te e che magari qualche anno fa non avevi notato?
Cercare di ridere tanto, di prendere i guai per il collo e cercare di riderci addosso. Era una cosa che facevo con lui e che avevo smesso di fare, essendomi un po’ rintanato nella malinconia. Adesso ho cercato di riappropriarmene.
Hai altri progetti per il prossimo futuro?
Il 3 giugno a Milano, al teatro Arcimboldi, nel giorno del compleanno di papà, ci sarà “Jannacciami!”. Saremo sul palco in tanti per ricordarlo. Musicisti, amici come Paolo Rossi, Elio, J-Ax e tanti altri. Un concerto per abbracciare Milano e tutti quelli che vogliono bene a papà.