I lavori lenti e spesso realizzati decisamente male sulle strade groviera della capitale sono finiti nel mirino della Corte dei conti che ha aperto una maxi inchiesta: crepe larghe come crateri, avvallamenti, sampietrini divelti. Le buche a Roma, sono a tutti gli effetti uno dei simboli della città eterna. L’asfalto spaccato nell’82 per cento delle strade, provoca circa 5000 incidenti all’anno, almeno 30 morti, denuncia il Codacons. Le toppe i rattoppi poi, che invece di risolvere peggiorano la situazione. E sono proprio i lavori, troppo lenti e spesso realizzati decisamente male ad essere finiti nel mirino della corte dei conti che ha aperto una maxi inchiesta e che riguarda tutti i municipi. Soprattutto, sotto la lente, ci sono le cifre a sei zeri pagate per risarcire i cittadini, senza prima fare le verifiche sugli interventi. Dal 2015 al 2020 sono oltre 24.000 le richieste di risarcimento pervenute all’amministrazione comunale. Ai cittadini soltanto un milione di euro di indennizzi. Sotto accusa i vertici del Campidoglio dal 2014 al 2021. La magistratura contabile indaga su inattività e omissioni dei dirigenti circa le precarie condizioni delle strade, i mancati controlli e il danno per le casse pubbliche che deriva dai pochi risarcimenti.
