venerdì, Aprile 19, 2024

Roma, l’ultima commosso saluto al senatore del Pd Bruno Astorre

I fuochi d’artificio dopo ‘L’Arcobaleno’ di Adriano Celentano e poi gli applausi. Di tutti.
Di tutte le oltre duemila persone che al campo sportivo di Colonna, suo paese natale e luogo dove viveva, hanno dato l’ultimo saluto a Bruno Astorre, il senatore e segretario del Pd Lazio che venerdì scorso si è tolto la vita gettandosi dal suo ufficio a Palazzo Cenci, e che domani avrebbe compiuto 60 anni. La moglie-sindaca di Frascati, Francesca Sbardella, in prima fila come anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il commissario europeo al Bilancio, Paolo Gentiloni, la segretaria del Pd, Elly Schlein, il neopresidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. E ancora tanti primi cittadini dei comuni della Città Metropolitana, il deputato ed ex ministro della Cultura, Dario Franceschini, insieme alla moglie e deputata, Michela Di Biase, l’ex presidente del Lazio e neodeputato dem, Nicola Zingaretti, il vicepresidente uscente e grande amico di Astorre, Daniele Leodori, la capogruppo Pd al Senato, Simona Malpezzi, il senatore Francesco Boccia e quello di Fdi, Marco Silvestroni, il deputato Dem, Claudio Mancini. Tanti consiglieri (ed ex) regionali di tutti le forze politiche, anche dei 5 Stelle (come il riconfermato Valerio Novelli e le ex assessore Roberta Lombardi e Valentina Corrado) e capitolini, in testa la presidente dell’Aula, Svetlana Celli. Ma soprattutto tante persone comuni, quelle che chiamavano Astorre al telefono chiedendo un aiuto o che incontrava direttamente sotto il Senato. “Era ribattezzata piazza Astorre – ha ricordato Simona Malpezzi – Il lavoro di Bruno a servizio della gente era h24, fatto di rapporti personali umani a interessarsi della vita delle persone. Non si sapeva quale fosse il confine del suo terriorio perché non c’era persona che non lo conoscesse e riconoscesse. Bruno era il politico che tutti noi dovremmo immaginare quando parliamo di ‘politici’”. Venerdì scorso, subito dopo la morte di Astorre, “sono tornata in quel Senato silenzioso, ci hai fatto sedere e guardarci negli occhi per vedere se siamo capaci di sfiorarci, incontrarci, riconoscerci e riconoscersi nell’altro. C’era il silenzio perché siamo rimasti senza parole – ha continuato Malpezzi – Non le abbiamo, non le troviamo. Stavolta alla tua interrogazione siamo noi impreparati alla risposta”. Tante domande porterà con sé la moglie Francesca Sbardella, che nella sua struggente testimonianza ha detto: “Ciao amico mio, dicevi che avevo sempre una parola per ogni cosa ma stavolta hai lasciato senza parole anche me. Una ce l’ho, grazie per tutti i sorrisi che mi hai dato, non ho mai riso tanto in tutta la mia vita. Per le tue braccia sempre aperte, perché quando la notte mi svegliavo e tu dormivi accanto a me vedevo cosa era la felicità. Grazie per avermi resa migliore e avermi fatto crescere. E scusa perché non ho capito fino in fondo. Sarà una delle cose che mi porterò dietro insieme a tante domande. Lasci un vuoto enorme che dovrò imparare a colmare con tutto l’amore che hai seminato. Grazie per il cammino che abbiamo fatto insieme, relativamente breve ma intenso, e ti prometto continueremo a fare insieme mano nella mano per sempre”. Il dolore per non avere capito e non essere riusciti ad aiutare di più ‘l’amico Bruno’ è stato scandito anche dalle parole di padre Mauro, che ha officiato la messa, e che era molto legato ad Astorre: “Siamo tutti affranti dal dolore per la perdita di un amcio leale e sicuro. Ma alcuni di noi lo sono ancora di più, amareggiati per non avere saputo comprendere nelle pieghe del tuo faccione sorridente la sofferenza che ti portavi dentro e ti dilaniava e per non essere stati in grado di esserti ancora più vicini. Perdonaci”. Quanto Astorre fosse importante per la sua comunità politica, anche per la capacità di dialogare con chi aveva idee diverse dalle sue, è emerso dalle parole di Francesco Lollobrigida. L’esponente di FdI, avversario di tante battaglie sui territori della Provincia di Roma. Perché l’attuale ministro dell’Agricoltura è stato “controparte” di Astorre nel consiglio provinciale di Roma e ha poi seguito un percorso simile in Regione, dove al pari di Astorre è stato assessore, prima di arrivare in Parlamento. “Sei stato una persona che mi ha insegnato tanto. Credevi nella famiglia, nei valori cristiani e nella politica con la p maiuscola. Ventiquattro anni fa litigammo in Provincia per un comunicato stampa. Aveva ragione lui. Poi non abbiamo litigato più. Bruno è stato un bell’esempio per me e non solo”.

(Fonte: Agenzia dire, www.dire.it)

Redazione
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