venerdì, Aprile 26, 2024

Moody’s ha messo sotto osservazione First Republic Bank e altri cinque istituti di credito statunitensi in attesa di un declassamento

Moody’s ha messo sotto osservazione First Republic Bank e altri cinque istituti di credito statunitensi in attesa di un declassamento. La mossa è l’ennesimo segnale di preoccupazione per lo stato di salute degli istituti finanziari regionali dopo il crollo della Silicon Valley Bank. Oltre a First Republic gli istituti messi sotto osservazione, riporta Bloomberg, sono Western Alliance Bancorp, Intrust Financial, UMB Financial, Zions e Comerica.
Borse di Asia e Pacifico in caduta in scia ai listini europei dopo il crac della californiana Silicon Valley Bank che non ha però trascinato Wall Street i cui future sono positivi cosi come quelli delle Piazze del Vecchio Continente che sembrano aver cambiato direzione dopo un primo momento orientato al calo. Il focus è sull’inflazione Usa, atteso a metà giornata. Le stime indicano un rallentamento sia dell’inflazione headline (al 6% dal 6,4%) sia di quella core (5,5% da 5,6%). A Tokyo il Nikkei lascia sul terreno il 2,19% con il peso dei finanziari. Male anche Hong Kong che a scambi in corso perde il 2,3% con il tonfo di Hasbc. Più contenuta la flessione di Shanghai (-0,72%) e Shenzhen (-0,98%). Tra gli altri Seul cede il 2,56% e Sydney l’1,41%. Con le tensioni sul sistema bancario i mercati guardano ancora di più alle prossime mosse delle banche centrali con tagli meno aggressivi. Nomura prevede che la Fed taglierà i tassi di solo lo 0,25% a marzo. Giovedì sarà la volta della Bce e in molti si chiedono se Francoforte tirerà dritto o alla fine si vedrà costretta a frenare. Il fallimento della Silicon Valley Bank travolge i mercati europei, dove le Borse bruciano 291 miliardi di euro, e manda a picco le banche. Con Piazza Affari maglia nera che perde il 4% e manda in fumo 24 miliardi di euro. L’intervento delle autorità americane nel fine settimana, che permette di pagare anche i depositi non garantiti ai clienti dell’istituto californiano finito in default venerdì scorso a seguito della corsa agli sportelli, non è servito a evitare una caduta della fiducia degli investitori. Non solo verso il settore finanziario statunitense dopo che domenica, per l’effetto domino legato a Svb e per le criptovalute, è fallita un’altra banca, Signature Bank. E dove si teme il contagio su una lunga lista di banche regionali fra le quali First Republic e Western Alliance che a Wall Street sono tracollate segnando perdite superiori 67% malgrado il presidente degli Stati Uniti Joe Biden abbia assicurato ai suoi concittadini che i loro depositi sono al sicuro. La fiducia è venuta meno anche verso le banche europee e non solo nel Regno Unito dove Svb Uk, la filiale locale del gruppo di Santa Clara, di cui la Bank of England aveva dichiarato l’insolvenza, è stata venduta per 1 euro al colosso Hsbc. Sotto l’ondata di vendite sono stati travolti un po’ tutti gli istituti bancari a partire da quelli che hanno avuto problemi di liquidità come Credit Suisse (-9,5%) e Commerzbank (-9,7%), sebbene le regole in Europa siano ben più stringenti di quelle americane. Nel generale tracollo dei listini europei, che hanno bruciato 291 miliardi, per Piazza Affari è stato un lunedì nero più degli altri: col un tonfo del 4% ha fatto peggio di Francoforte (-3%), Parigi (-2,9%) e Londra (-2,5%) e ha mandato da sola in fumo 24 miliardi, complice il fatto che listino milanese è pieno di titoli finanziari tra i quali Bper e Unicredit che hanno lasciato sul terreno oltre il 9%. A poco sono valse le rassicurazioni del ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti, che ha ricordato che “il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità”. Scarso effetto ha avuto a Parigi l’analogo intervento del suo collega d’Oltralpe, Bruno Le Maire

 

Redazione
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