giovedì, Marzo 28, 2024

Dal governo l’ok per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina e alla riforma fiscale

All’ordine del giorno del Consiglio dei ministri che si terrà oggi pomeriggio due temi destinati a fare discutere molto. Uno è il ponte sullo Stretto di Messina, di cui la politica, tra strappi in avanti e marce indietro, discute da ben settanta anni. Il decreto atteso per stasera dovrebbe definire assetto societario e organi di governo di Stretto di Messina Spa, società liquidata dal governo Conte II e riattivata dall’esecutivo in carica. Nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, aveva indicato i tempi: “Obiettivo è partire con i lavori entro due anni – aveva spiegato – e  se si parte entro due anni entro 5-6 anni ci sarà”. Riguardo la riforma fiscale, il Consiglio dovrebbe licenziare una disegno di legge delega, i cardini del quale sono stati anticipati ieri dalla presidente Giorgia Meloni nel corso del question time alla Camera: “Riduzione della pressione fiscale che grava sui cittadini e sulle imprese di questa nazione, un nuovo rapporto tra lo Stato e il contribuente, che non sia più un rapporto vessatorio, ma un rapporto paritetico e collaborativo e una reale lotta all’evasione fiscale. Noi siamo convinti che una fiscalità più equa e una semplificazione del sistema tributario possano, allo stesso tempo, alleggerire i carichi che gravano sui contribuenti e fare da volano al rilancio dell’economia, rendendo più competitive le imprese italiane e più attrattivo il nostro sistema per gli investitori esteri”. La riforma trova la netta contrarietà del Partito democratico: “La cosa più preoccupante” della delega fiscale è “il sorprendente compromesso che sono riusciti a trovare, per ora parlano di flat tax sugli aumenti ma in prospettiva indicano quella come strada e intanto tolgono uno scaglione” ma “è una baggianata dire che si abbassano le tasse a tutti”: così si “favorisce chi sta meglio, chi ha redditi più alti vedrà maggior guadagno”, ha affermato la segretaria Elly Schlein. “Altro problema è che è costosissima, non si capisce se intendano farla tagliando ulteriormente a scuola e sanità”.
Redazione
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