venerdì, Aprile 19, 2024

Roma, si è spento a 92 anni il regista e documentarista Francesco Maselli

E’ morto questa mattina all’età di 92 anni il regista Francesco ‘Citto’ Maselli. Ne dà notizia in una nota Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Maselli era nato a Roma il 9 dicembre 1930. “Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito. Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile”. “Citto ha sempre conservato la passione che da ragazzino lo spinse a entrare nelle fila dell’antifascismo e della Resistenza. Per tutta la sua vita – prosegue Acerbo – ha messo intelligenza, sensibilità, passione e spirito critico al servizio di un progetto collettivo di liberazione e trasformazione. Dopo lo scioglimento del Pci, a cui si oppose, è stato tra i fondatori di Rifondazione Comunista. Ha continuato a essere un militante comunista e antifascista fino all’ultimo giorno. Citto non è mai diventato un ex, non si è mai atteggiato a reduce di epoche gloriose ma passate. Lo ricordiamo con noi più giovani con la cinepresa a raccontare un altro mondo possibile a Genova nel 2001 e sempre disponibile a dare il suo contributo alla lotta politica e culturale”. “Citto Maselli era un comunista italiano, un rifondatore orgoglioso della storia di cui era stato tra i protagonisti, un compagno che non ha mai rinunciato all’idea di rivoluzione”, conclude Acerbo ricordando Maselli. Nasce a Roma nel 1930 in un ambiente intellettuale. Durante l’occupazione tedesca di Roma organizza gli studenti delle medie nell’Unione Studenti Italiani. Dopo la liberazione di Roma si iscrive al Pci. Gira il suo primo cortometraggio in otto millimetri nel ’45 e nel ‘47 viene ammesso al Centro sperimentale di cinematografia, diplomandosi nel 1949. Inizia la carriera come assistente alla regia e aiuto regista per Luigi Chiarini. Nel 1948 diventa assistente di Michelangelo Antonioni nel documentario L’amorosa menzogna e si stabilisce fra i due un sodalizio particolare che va dall’assistenza alla regia e la sceneggiatura in collaborazione di Cronaca di un amore e La signora senza camelie, fino alla presentazione che Antonioni firma nel 1979 per la prima mostra di autoritratti in Polaroid che rappresenta una delle altre attività di Maselli (sarà Italo Calvino a scrivere la presentazione per la sua mostra di polaroid al Palais de Tokio – il museo d’arte moderna di Parigi – qualche anno dopo). Gira numerosi cortometraggi, tra i quali Bagnaia paese italiano (1949), Bambini (1951 con il commento di Giorgio Bassani che viene proiettato al Festival di Cannes 1952), Ombrellai (1952), Zona pericolosa (1952). Nel 1953 dirige l’episodio Storia di Caterina per il film Amore in città che segna l’altro suo sodalizio culturale e politico, quello con Cesare Zavattini. Ma il rapporto centrale d’amicizia e collaborazione che ha Maselli in quegli anni è con Luchino Visconti. Nel 1953 collabora con Luchino Visconti nell’episodio di Siamo donne interpretato da Anna Magnani. A Visconti deve il suo primo film Gli sbandati (1955), che gira all’età di ventitré anni e che viene premiato al Festival di Venezia. In quella occasione conosce il direttore d’orchestra e da lì nasce la sua passione per la lirica: nel 1960 apre la stagione del Teatro La Fenice con la regia de Il trovatore di Giuseppe Verdi. Nel 1956 realizza La donna del giorno, critica del mondo della pubblicità e della stampa rosa. Nel 1960 gira I delfini (con Claudia Cardinale, Tomas Milian, Sergio Fantoni) ritratto psicologico e sociale di un gruppo di giovani della borghesia di provincia[senza fonte]. Dopo Le adolescenti e l’amore, episodio del film Le italiane e l’amore dell’anno successivo, nel 1964 porta sullo schermo Gli indifferenti (con Claudia Cardinale, Rod Steiger, Tomas Milian, Shelley Winters) tratto da omonimo romanzo di Alberto Moravia e vincitore al Festival di Mar del Plata. I successivi Fai in fretta ad uccidermi… ho freddo! (1967, con Monica Vitti e Jean Sorel) e Ruba al prossimo tuo… (1968, con Rock Hudson e Claudia Cardinale) sono invece tentativi di affrontare la commedia all’italiana. Nel semiautobiografico Lettera aperta a un giornale della sera (con Nanni Loy, Piero Faggioni, Massimo Sarchielli, Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini, Goliarda Sapienza, Daniela Surina) del 1970 narra la vicenda di un gruppo di intellettuali di sinistra che, annoiati dalla routine quotidiana, decidono di fondare una brigata internazionale di combattenti per la guerra del Vietnam. Nel 1975 gira Il sospetto, storia di un operaio (Gian Maria Volonté) aderente al PCI che viene inviato dal comitato centrale del Partito Comunista d’Italia, esule in Francia, a Torino, dove stanare un infiltrato dell’OVRA. Si è poi dedicato a film incentrati su ritratti femminili: Storia d’amore (1986, Premio speciale della giuria e Coppa Volpi alla protagonista femminile Valeria Golino alla 43ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia), Codice privato (1988, con Ornella Muti), Il segreto (1990, con Nastassja Kinski, Franco Citti, Stefano Dionisi), che rappresenta l’Italia al Festival di Berlino, L’alba (1991, con Nastassja Kinski e Massimo Dapporto), fuori concorso nella sezione ufficiale del Festival di Venezia. Nel 1996 ha presentato fuori concorso alla 53ª Mostra del Cinema di Venezia Cronache del terzo millennio, sulla resistenza di un gruppo di condomini allo sfratto da un enorme caseggiato. Dopo il film per la televisione Il compagno (1999, con Amanda Sandrelli e Lucio Zagaria) e il documentario Frammenti di Novecento (2004, presentato al Festival di Locarno fuori concorso), è tornato al cinema con Civico zero (2007, con Ornella Muti, Letizia Sedrik e Massimo Ranieri) e Le ombre rosse (2009, con Valentina Carnelutti, Roberto Herlitzka, Ennio Fantastichini, Lucia Poli, Arnoldo Foà), presentato fuori concorso nella selezione ufficiale del festival di Venezia. Accanto al suo lavoro di regista cinematografico Maselli ha sempre mantenuto altre attività ed in particolare quella saggistica per quanto attiene i suoi scritti di politica culturale. Ma c’è soprattutto l’attività politica e militante nella sinistra italiana (fino all’89 membro della Commissione culturale della Direzione del Pci, dal 1992 nel Comitato politico nazionale di Rifondazione comunista) così come quella che potrebbe definirsi organizzativa e sindacale: per trenta anni Maselli ha guidato l’Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici ottenendo numerose vittorie per quanto attiene le grandi riforme democratiche degli anni ‘70 nelle istituzioni culturali pubbliche italiane. È stato fondatore e presidente della Federation Européenne des Realisateurs de l’Audiovisuel (Fera) e presidente dell’Aidaa (International Association of Audiovisual Writers and Directors). Nel 2001 dà vita alla Fondazione Cinema nel presente (di cui è presidente) che riuniva circa 30 autori rappresentativi di tutte le generazioni del cinema italiano (da Ettore Scola a Wilma Labate, da Gillo Pontecorvo a Guido Chiesa, da Mario Monicelli a Pasquale Scimeca, da Franco Giraldi a Francesca Comencini) che produrrà molti documentari collettivi, tra i quali Un altro mondo è possibile, La primavera del 2002 e Lettere dalla Palestina. Nel 2014 ha partecipato al documentario Alfonso Sansone produttore per caso ed ha organizzato un altro collettivo per la CGIL sulla manifestazione del 25 ottobre in piazza San Giovanni a Roma. Nel 2006 gli viene conferita l’onorificenza di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana da Giorgio Napolitano.
Redazione
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