Il sito archeologico raramente è stato così bello e così fruibile dai visitatori. Molto di quello che di solito è nascosto dalla vegetazione è adesso visibile per il piacere di tutti. Ancora c’è molto da fare e per lungo tempo. Per chi vuole contribuire a rendere più belle le nostre aree archeologiche, la porta è sempre aperta”. Ed è proprio Stefano Belmonti a seguire dal suo profilo face book i lavori che stanno portando avanti in via degli Inferi: ” A coronamento dei buoni propositi che ciascuno di noi ha elaborato in occasione del nuovo anno, oggi, sulla via degli Inferi, eravamo una agguerrita schiera di otto unità. Da segnalare il rientro graditissimo dell’amico Giuseppe che ci era stato sodale in occasione del nostro primo intervento, la new-entry del nuovo amico Marco e la visita a sorpresa di una delle simpatiche ispettrici della Sovrintendenza. Disponendo di ben due decespugliatori ci siamo divisi in due squadre . Una, la più numerosa, si è occupata di proseguire la ripulitura della “zona tumuli”. La seconda squadra invece ha proseguito lungo le greppe che aggettano sulla prima parte del sentiero là dove il sentiero è più stretto. Nella “zona tumuli” l’azione combinata, a valle ed a monte, dei due decespugliatori oltre che l’attività manuale con i falcetti lunghi e corti ed i rastrelli ha permesso, a fine giornata, di riportare alla luce una buona parte dei tamburi di almeno tre tumuli lì presenti ma a livelli diversi. Dalla posizione raggiunta è stato possibile individuare, per il momento, un nuovo tumulo a cui penso giungeremo con il prossimo intervento. Come già ho avuto occasione di scrivere è veramente entusiasmante la vista di questi manufatti e la maestosità che da loro si sprigiona una volta riportati alla luce! Sulle greppe, invece, ci siamo occupati delle cornici dove la vegetazione era più fitta. Anche qui, a ripulitura eseguita, abbiamo riportato alla luce gli ingressi di diverse tombe a camera la cui presenza si era persa negli anni in ragione del rigogliosissimo sviluppo della vegetazione. Alla luce dei risultati che stiamo ottenendo ci riteniamo molto fortunati. Assistere, in prima battuta, alla “riemersione” del sito archeologico lì presente non è certo uno spettacolo da poco!”