Lo schema di convocazione, a quanto si legge sul nuovo atto, conteneva “alcuni dati incongruenti”. Non è ancora chiaro quali siano gli errori che hanno portato ad una nuova indizione, ma una prima conseguenza immediatamente rilevabile riguarda la tempistica. Slitta ancora, infatti, il termine perentorio per la conclusione del procedimento. L’iter adottato prevede che i pareri delle amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali eccetera, debbano essere recepiti entro 90 giorni di tempo. Ma ora la decorrenza del termine non partirà più dal 22 febbraio, concludendosi a fine maggio, bensì dal 4 aprile, data dell’ultima indizione. Così il termine finale di conclusione del procedimento si allunga fino al 3 luglio 2017, ossia nel pieno della stagione estiva. La preoccupazione delle tre strutture coinvolte – Camping Queen, Camping La Torretta e Riviera Camping – si è manifestata il 22 marzo in un sit-in di protesta presso la Regione Lazio, cui era stato chiesto il commissariamento ad acta del comune di Ladispoli per prendere in mano questa difficile situazione. Dalla Regione avevano fatto sapere di non poter esercitare i poteri sostitutivi con una conferenza dei servizi in corso, ma è stata fornita la garanzia di un’attenta verifica che i tempi del procedimento venissero rispettati. Questa potrebbe essere la volta buona per portare a termine un percorso lungo e pieno di intoppi, oppure rischia di essere la goccia che fa traboccare il vaso, tale da indurre ad un intervento più marcato le stesse istituzioni regionali. Un occhio di particolare attenzione va lasciato poi sulla seduta fissata per l’11 aprile davanti al Tar che, in quella sede, dovrà decidere sul ricorso presentato dal Riviera Camping per la declaratoria dell’illegittimità del silenzio serbato dal Comune di Ladispoli.