venerdì, Aprile 19, 2024

ANZIO, LA CITTA’ DEDICA IL 72°ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE A MARIO BATTISTINI

Il programma prevede, alle ore 11.00, una deposizione floreale sulla sua tomba (ingresso principale Cimitero Civile e poi a sinistra), alle 11.20 circa la scopertura della Stele, in Via Padre Lombardi nei pressi del Porto di Anzio ed alle ore 11.45 il raduno della cittadinanza e delle autorità per la celebrazione del 25 aprile presso il Monumento ai Caduti di Piazza Garibaldi. Scegliendo di dedicare questo anniversario a Mario Battistini la città di Anziointende ricordare per sempre uno dei suoi figli, deportato ed internato per due anni nei lager nazisti, al quale la Presidenza del Consiglio ha conferito laMedaglia d’Onore per le sofferenze patite nei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale. A scoprire la stele le due figlie di Mario, Nines e Grazia Battistini, insieme al Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini che, per mantenere viva la memoria cittadina, ha deciso di dare un importante significato alla celebrazione del 72° anniversario della Festa della Liberazione. La Corale Polifonica e la Banda Musicale Città di Anzio accompagneranno, in Via Padre Lombardi ed al Monumento ai Caduti in Piazza Garibaldi, i momenti più significati della giornata del 25 aprile.
“Sono legato a Mario Battistini, uomo vero ed innamorato oltre ogni misura della nostra bella Anzio, da tanti ricordi – aveva affermato il Sindaco, Luciano Bruschini – ma anche per l’appassionato contributo sociale e per l’ardore con il quale difendeva la storia e le tradizioni cittadine”.
“La mia matricola in Marina è 186339 – scrive Mario Battistini in alcuni passi del suo lungo diario -, dopo essere stati catturati da una pattuglia di tedeschi il 18 settembre1943, a Venezia, ci hanno chiuso in quaranta dentro ogni vagone. Siamo arrivati a Furstenberg il 21 alle 20.00 e ci hanno messo dentro i capannoni con brande a quattro piani. Era un grande campo di concentramento internazionale con francesi, americani, russi ed italiani tutti divisi tra loro da filo spinato. Il 30 novembre sono arrivato al campo di concentramento di Berlino. La fame era all’ordine del giorno, i pitocchi e le cimici aumentavano sempre di più. Per il rancio ci portavano tre filoni di pane nero, due bacinelle di patate lesse con la buccia e tre panini. Tutto questo veniva spartito sul tavolo facendo trenta mucchietti. Il 21 aprile 1945 i primi colpi di mortaio sono arrivati al nostro campo e sono fuggito verso Berlino . Mi sono fermato al lago di Wannsee, eravamo una cinquantina dentro un rifugio. Eravamo tra due fuochi con i russi che avanzavano. Era una settimana che non mangiavamo. Finalmente l’8 maggio 1945 finì la guerra e tutti a festeggiare. Siamo sati in altri campi di concentramento e smistamento. Finalmente i russi si sono messi d’accordo con gli alleati, il 14 settembre ci siamo preparati per la partenza per l’Italia. Il 22 settembre 1945 sono arrivato ad Anzio, alla stazione ho trovato molta gente e mia zia Peppina… ci siamo abbracciati, un piccolo pianto e ci siamo avviati verso casa. Ho visto mezza Anzio distrutta”.

Redazione
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