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Interporto: più ombre che luci

Civitavecchia – Quale potrebbe essere il futuro dell’interporto, struttura che, dati alla mano, in tutti questi anni non è riuscita ad esprimere al meglio il suo potenziale? Di questo si è parlato ieri sera nel corso del consiglio comunale, ascoltando prima la relazione della commissione consiliare speciale guidata da Sandro De Paolis, poi discutendo la mozione presentata dai consiglieri Massimiliano Grasso, Marco Piendibene e Luciano Girolami. Mozione la cui votazione, pur essendo stata presentata diversi mesi fa, è slittata con la maggioranza che ha chiesto una sospensiva per approfondire la questione e studiare tutte le carte.
Comprese la lunga e dettagliata relazione della commissione speciale che ha lavorato non senza problemi per ricostruire quanto avvenuto dal 2000 ad oggi. “La prima difficoltà – ha spiegato De Paolis – è stata quella di reperire gli atti più importanti che potessero permettere la continuità cronologica più fedele possibile di un percorso amministrativo che si è rivelato molto tortuoso e complesso. La frammentaria documentazione iniziale, fornita dalla segreteria generale, si è rivelata sin dalle prime sedute insufficiente, non idonea a ricostruire i passaggi più significativi dei rapporti intercorsi tra il Comune ed il soggetto attuatore del project financing che diede vita al progetto. La ricerca di ulteriore documentazione si è resa necessaria; abbiamo quindi fatto riferimento alle commissioni Capalbo e alle indicazioni della Corte dei Conti”. E proprio dalla Corte dei Conti emergono circa 15 milioni di euro, sui 76 totali, non del tutto giustificati. Si è parlato quindi di lavori, di rapporti tra Icpl e Comune, convenzioni e concessione. Oggi la struttura è alla sua quarta asta, per un importo di gran lunga inferiore al valore, alla spesa e alle potenzialità. Nel caso in cui anche questa asta dovesse andare deserta, il curatore fallimentare Angelo Novellino non sarebbe disposto ad ulteriori ribassi: scatterebbe il fallimento e l’area tornerebbe in possesso del Comune.
Ma proprio nella mozione presentata dai tre consiglieri di opposizione si chiede, tra l’altro, di procedere alla risoluzione della concessione. “Il Comune – spiegano infatti i tre – non ha attivato la procedura della decadenza in autotutela amministrativa, mantenendo in piedi un diritto di concessione ad un soggetto fallito”. Chiesto anche di accertare puntualmente gli investimenti realizzati, rispetto gli investimenti programmati, comprese le somme a disposizione, “accertare la sussistenza – si legge – di eventuali condotte omissive per la risoluzione delle problematiche da tempo segnalate dalla Corte dei Conti e dalla commissione project e procedere, nel caso, elle relative azioni di responsabilità ove di queste ricorrano gli specifici presupposti e salvaguardare l’occupazione dei lavoratori”. Lavoratori che si sono presentati in aula Calamatta per ascoltare i diversi interventi e manifestare comunque le proprie preoccupazioni per un futuro che sembra tutt’altro che roseo.
Nel corso dello stesso consiglio sono state poi approvate all’unanimità tre delibere: l’acquisizione della terrazza Guglielmi donata al Comune, una migliore definizione delle aree sportive del Piano Regolatore Generale per eliminare una doppia apparente possibilità e quella relativa al un piano di utilizzazione aziendale al Casaletto Rosso.
(Seapress) 13/06/2017

Redazione
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