giovedì, Maggio 2, 2024

Ladispoli, campo sportivo, un ginepraio di aziende, società e consorzi

Ladispoli – La vicenda delle aste truccate che ha scatenato il putiferio all’interno del palazzetto comunale coinvolgendo anche funzionari pubblici ha ora nomi, cognomi, figure di riferimento e dati precisi. Tutto nasce sette anni fa quando l’amministrazione decide di costruire un nuovo stadio comunale più funzionale e attrezzato di quello presente. Così affida i lavori con un unico appalto e benché in un primo momento la ditta realizzi alcune opere (poi liquidate) il progetto risulta piuttosto lacunoso e tutto l’incartamento finisce sui tavoli della Procura di Civitavecchia per accertare eventuali danni al Comune. Si arriva così al 2014 quando la giunta di allora predispone un nuovo bando di gara. Questa volta si sceglie la suddivisione in 5 lotti: cosa piuttosto curiosa perché alcuni servizi (spogliatoi e tribuna) sono separati nella realizzazione pur facendo parte dello stesso edificio. E cosa ancora più sorprendente, il valore dell’appalto lievita. Si passa infatti da 1,6 milioni di euro ad oltre 2 milioni. «L’amministrazione comunale informa che, con determina a firma del dirigente geometra Luciano Rinaldi, – si legge in un comunicato del 2015 riferito alla costruzione – è stato approvato il progetto esecutivo del nuovo campo sportivo comunale in località Campi Vaccina, elaborato dall’architetto Mauro Brugnoni congiuntamente all’ufficio tecnico comunale». Nonostante il progetto del nuovo stadio 2014 di fatto è un “copia incolla” di quello del 2010, realizzato appunto dallo stesso dirigente Rinaldi, il quale con l’approvazione dell’amministrazione comunale comunicò le gare ad invito. Qui si entra nel ginepraio di consociate, società, ditte, consorzi che poterono all’epoca dei fatti partecipare alla gara in quanto i vari lotti così suddivisi avrebbero permesso di evitare di “allargarle” a livello europeo. Le varie società (la Vuesse, la Laxio e la LABI), che fanno capo alla stessa famiglia riferita a Sergio Vergari avrebbero dovuto avere carattere di indipendenza, proprio per garantire attraverso la pluralità vantaggi economici per il Comune. A quanto pare però così non sarebbe stato. Sulla questione è intervenuta il Movimento 5 Stelle che rivendica il ruolo di oculato vigilante «su tutte le “cose strane” che accadevano intorno alla macchina amministrativa ed in particolare sul progetto del nuovo stadio. Uno stadio costruito in un’area a rischio ambientale (vincolo idrogeologico con rischio esondazione poi misteriosamente scomparso per quel tratto), uno stadio progettato con evidenti e costosi errori (il progetto invade il cono di atterraggio dell’eliporto di soccorso e abbiamo speso 600.000 euro per spostare la pista), uno stadio su cui aleggia l’ombra della speculazione di Piazza Grande. Va detto che la prima colpa di quanto accaduto è politica; infatti il Movimento è stato l’unico a combattere l’illegalità e a far notare le potenziali illiceità di alcuni progetti messi in cantiere dalla passata amministrazione. Ora chiediamo semplicemente che il Comune si costituisca parte lesa e chieda i danni. A chi ci governa diciamo che è ora di prendere posizioni nette e coraggiose contro questi progetti e speculazioni ereditati dal passato, e non di limitarsi a parlarne in consiglio comunale».(seapress)

Redazione
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