giovedì, Maggio 2, 2024

LE RAGIONI DELL’ACCOGLIENZA. SILVIA MARONGIU (PD): “ECCO PERCHÉ LO SPRAR È LA SCELTA MIGLIORE”

In un post pubblicato sulla sua pagina facebook la consigliera comunale dem di Ladispoli Silvia Marongiu, presidente del Forum Immigrazione PD della federazione provinciale, ha offerto un suo contributo al dibattito sulla recente notizia dell’attivazione di un progetto Sprar a Ladispoli e Cerveteri. Lo riportiamo integralmente di seguito. “La Camera dei deputati mercoledì 29 Marzo ha approvato (con 375 voti a favore, 13 contrari e 41 astenuti) in via definitiva la legge per la protezione dei minori stranieri non accompagnati che giungono nel nostro Paese. L’Italia si è dotata di una normativa di avanguardia in Europa per tutelare diritti fondamentali e realizzare per questi soggetti estremamente vulnerabili un sistema di protezione ed accoglienza realmente efficiente. Sono stimati infatti attorno ai 25.000 i minori soli arrivati sulle coste del nostro Paese lo scorso anno, oltre 45.000 negli ultimi tre anni: minori soli, che spesso non hanno potuto avere accoglienza e protezione adeguata e che, in molti casi, si sono resi irreperibili rischiando di cadere vittime dello sfruttamento. Ragazze e ragazzi, bambine e bambini che fuggono dalla violenza e dalla fame privi dei loro cari, a causa della guerra o come conseguenza dell’odissea per giungere in Europa, spesso spinti proprio dai loro familiari come gesto estremo per garantire loro la salvezza e un futuro migliore. “Con la legge approvata l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati non sarà più delegata alla contingenza, a stanziamenti incerti, all’atteggiamento di singoli sindaci o di singole comunità demandando a una scelta nazionale chiara, di civiltà e di sicurezza”. La discussione sull’accoglienza migranti è talmente articolata e complessa che richiederebbe intere giornate di formazione e discussione. Negli ultimi mesi – dalla Clausola di salvaguardia, Direttiva del Ministro dell’Interno 11 ottobre 2016 – si è parlato del piano nazionale di ripartizione richiedenti asilo e rifugiati. Importante definire ed attivare un sistema di gestione nazionale con un approccio graduale che faccia da “cruscotto” in un percorso partecipato in grado di gestire la transizione tra l’emergenza e la sostenibilità sul territorio. Una gestione reale e fattiva nella quale il ministero ha avviato incontri regionali e provinciali: una fase operativa con criteri comuni e concordati nel dettaglio attraverso i tavoli territoriali. Attraverso il Forum Immigrazione Provinciale del PD negli ultimi due anni abbiamo cercato di fare un lavoro sinergico in collaborazione con il Forum Politiche per la legalità e Welfare. La segreteria provinciale ha promosso un incontro con i sindaci della Città Metropolitana di Roma ed i segretari di circolo al fine di far emergere le criticità in merito all’accoglienza rifugiati e mappare il territorio. Abbiamo constatato che : – dove le istituzioni locali assumono un atteggiamento propositivo e collaborativo, è possibile gestire i flussi dei migranti con metodo e senza esasperare i problemi; – è urgente la costituzione di una rete associata e sistematica che abbia come protagonisti i Primi Cittadini. Questi ultimi sono l’anello necessario per far sì che qualsiasi progetto relativo all’immigrazione trovi consenso sui territori; – è importante che i Comuni – dove il “modello di accoglienza” è riuscito a trasformare le criticità in opportunità per la comunità intera – mettano in rete il progetto, la best practice in atto, attraverso piattaforme innovative per far emergere diverse prospettive e una pluralità eterogenea di possibili approcci alla situazione contingente; – i Comuni non possono e non devono essere scavalcati nella fase di studio ed in quella decisionale poiché attualmente nessun ente locale è in grado di anticipare risorse di ogni genere e tipologia. E’ fondamentale cercare di capire come è possibile programmare con anticipo percorsi adeguati di accoglienza, sempre più necessari per il mantenimento della coesione sociale nei territori. Uno degli ultimi seminari tematici ai quali ho partecipato “Dall’integrazione alla Convivenza” (Novembre 2016) ,organizzato da LegaAutomie e Fondazione Nilde Iotti, mi ha permesso di confrontarmi tra amministratori provenienti da varie parti d’Italia. Oltre il forum e la rete delle buone pratiche, è stata fatta un’analisi sul livello di conoscenza di politiche pubbliche relative al sistema Sprar, sono emerse le difficoltà sulle procedure burocratiche e le motivazioni che hanno impedito l’adesione o le ricadute sul territorio. Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) è la rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono alle risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Gli enti locali, per l’attuazione dei loro interventi, si avvalgono della collaborazione delle realtà del terzo settore. Il coordinamento dello SPRAR è affidato a una struttura tecnica, il Servizio Centrale. La rete dello SPRAR realizza interventi di accoglienza integrata: Accoglienza materiale (vitto, alloggio); Servizi alla persona (assistenza sociosanitaria, inserimento); Accoglienza integrata scolastica; Apprendimento della lingua italiana, orientamento al territorio e ai suoi servizi, …); Orientamento legale; Percorsi individuali di inserimento socio-economico. Deve essere inteso come parte integrante del welfare locale e in rete con gli altri servizi del territorio. Rispetto ad altre misure di accoglienza nello SPRAR vi è un protagonismo forte dei Comuni e la possibilità di avvalersi del partenariato operativo con le realtà del terzo settore e del privato sociale. Oggi possiamo evidenziare il perché accedere allo SPRAR : una reale opportunità di prospettive e crescita del territorio su piano culturale, del mercato del lavoro, dello sviluppo di impresa, etc. Le nuove domande di contributo possono essere presentate sulla piattaforma https://fnasilo.dlci.interno.it/sprar e la prossima scadenza è il 30 settembre, i progetti saranno valutati entro il 1 gennaio del 2018. Il comune di Ladispoli lavorerà insieme al comune di Cerveteri in maniera integrata ad un bando che cercherà di dare priorità alla rete territoriale e, come confermato dal sindaco Paliotta, potrebbe “inizialmente riguardare anche soltanto un limitato numero di persone (dalle 20 alle 40). Nei Comuni che non aderiscono alla rete SPRAR il Ministero degli Interni si riserva di emettere bandi per la ricerca di strutture private e, a quel punto, le Amministrazioni comunali non hanno più alcuna competenza. E’ quello che è già accaduto a Fiumicino e a Civitavecchia o ad Anzio e Nettuno dove, a seguito della mancata adesione, sono stati aperti 5 centri privati e ne apriranno altri a breve. Quindi un privato potrebbe proporre l’affitto di ex alberghi o palazzine intere (concentrando i rifugiati e rischiando di creare “ghetti”). Ecco perchè il sistema da utilizzare per l’accoglienza potrebbe essere quello di accoglienza diffusa”. A tal proposito, Venerdì 24 Marzo nel convegno organizzato a Roma da Legautonomie Lazio e Forum terzo settore “Per un nuovo Welfare, Case della Sussidiarietà e del bene Comune” abbiamo parlato anche degli amministratori locali in prima linea che sono chiamati a coordinare le emergenze e si ritrovano ad esempio a gestire situazioni di tensione sociale e razzismo. Non si può accettare un mero conteggio numerico sulla ripartizione dei richiedenti asilo che non tiene conto delle esigenze del territorio. Bisogna ricostruire un clima di fiducia e dare delle garanzie mettendo al centro il welfare come motore di sviluppo sociale ed economico, mettere in campo azioni multidisciplinari e contaminazioni complesse, costruendo forme di partenariato prima di tutto tra i soggetti sociali, ma anche con le Istituzioni.

Redazione
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