venerdì, Aprile 19, 2024

Consiglio Lazio, al via il dibattito sulla nuova legge elettorale

Regione Lazio – È iniziato oggi l’esame della proposta di legge n. 372 che introduce importanti novità nel sistema elettorale del Lazio. Il Consiglio regionale, presieduto da Daniele Leodori, ha infatti dato il via al dibattito sulla nuova legge elettorale, diverse le proposte: l’abolizione del listino; la rappresentanza garantita a tutte le province; la pari opportunità tra donne e uomini, attraverso la doppia preferenza di genere e le quote nelle liste circoscrizionali; il divieto del terzo mandato consecutivo; le elezioni entro tre mesi in caso di scioglimento anticipato del Consiglio. Queste e altre novità potranno però subire modifiche durante l’esame in Aula di 53 emendamenti e 808 subemendamenti presentati.
Dopo la sospensione di ieri, richiesta dalle opposizioni per l’assenza del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, oggi ha preso il via la tre giorni dedicata alla riforma elettorale. La seduta è stata dedicata alla presentazione del testo e alla relativa discussione in Aula, con intervento dello stesso Zingaretti. Ma i lavori sono stati interrotti dopo pranzo di nuovo per l’assenza del presidente della Regione e aggiornati a domani alle ore 11, per completare la discussione generale. In apertura di seduta è stato presentato il testo, come da regolamento, da un relatore di minoranza e uno di maggioranza: rispettivamente, Mario Abbruzzese (Pdl-FI), presidente della commissione speciale per le riforme istituzionali, e Fabio Bellini(Pd), presidente della prima commissione, Affari costituzionali e statutari.
“E’ difficile oggi relazionare su questa proposta di legge rispetto a quanto è accaduto nei giorni scorsi – ha esordito Abbruzzese – ma è giusto e corretto mantenere gli impegni presi, soprattutto per rispetto verso i firmatari e verso il lavoro svolto nella commissione speciale”. Lavoro che aveva prodotto la redazione di una proposta di legge (testo “Abbruzzese”) sottoscritta da quasi tutti i presidenti dei gruppi consiliari che la commissione speciale aveva poi trasmesso alla prima commissione per l’approvazione che però non è mai avvenuta. Secondo Abbruzzese, “il Pd e Zingaretti sono la causa del corto circuito che ha paralizzato i lavori della prima commissione”.
Bellini ha invece rivendicato il lavoro svolto nella sua commissione, perché “anche grazie alle audizioni e al contributo dell’ufficio legislativo del Consiglio regionale, è servito a mettere a fuoco tutta una serie di questioni e di elementi che hanno prodotto documentazione utile a tutti i consiglieri”.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, chiamato in causa dalle opposizioni nella seduta di ieri, è intervenuto oggi, soprattutto per chiarire la sua posizione sul listino, abolito nel testo “Abbruzzese” ma riproposto (con riduzione da 10 a 6 consiglieri) da alcuni emendamenti di maggioranza. “Io credo che la proposta non di cancellare, ma di ridurre il listino – ha spiegato Zingaretti – vada incontro alle richieste di trovare un punto di sintesi avanzata tra la necessità di garantire stabilità e coesione dentro un Consiglio regionale che rischia di uscire dalle prossime elezioni troppo frammentato e parcellizzato nella sua identità e, insieme a questo, di garantire comunque la rappresentanza e il diritto a correre anche di soggetti politici più piccoli, più deboli”.
Nel dibattito che ne è seguito le opposizioni hanno criticato il dietrofront della maggioranza sul listino, soprattutto per le modalità in cui è avvenuto. Antonello Aurigemma, capogruppo Pdl-FI e Pietro Sbardella, presidente del gruppo misto, hanno ricordato che l’abolizione del listino faceva parte del programma elettorale di Zingaretti e che il capogruppo del Pd ha anche firmato la proposta “Abbruzzese” che confermava quella scelta. Inoltre, è stato criticato il fatto che il cambio di opinione sia stato ufficializzato all’interno di una direzione regionale del partito democratico, al di fuori del Consiglio regionale. Francesco Storace (Mns) ha chiesto che nella nuova legge sia introdotta una norma per “evitare che la prossima legislatura i condannati siedano in quest’aula”.
Valentina Corrado (M5s) ha invece segnalato la presenza nella proposta di legge di una norma che esonera dalla raccolta delle firme non più solo le liste legate ai gruppi consiliari attuali, ma anche a quelli futuri che si costituiranno prima dell’emanazione del decreto di indizione delle elezioni. “Questo consentirà alle forze politiche di dividersi in più gruppi consiliari per presentare liste civiche e civetta, meccanismo che mortifica la democrazia, perché viene usato per drenare voti su gruppi che non hanno alcuna effettiva rappresentatività al di fuori del Consiglio”, ha accusato Corrado.
Massimiliano Valeriani, capogruppo del Pd, ha fatto chiarezza sulla questione dell’abolizione del listino. “Non c’è dubbio che abbiamo scontato una difficoltà, un tentennamento – ha spiegato – e si è molto discusso di quest’impasse del centrosinistra, del Partito democratico, ma la politica è fatta anche di mediazione. Oggi, siamo qua alla luce del sole, appunto non siamo scappati, per provare a fare un passo in avanti, non due indietro. Io non rinnego nulla. L’ho detto tante volte, lo dico oggi anche davanti al presidente Zingaretti: penso che quella su quel documento fosse una firma convinta, perché considero quello del listino un tema che progressivamente va superato”.
Di opinione contraria il suo collega di partito, Gian Paolo Manzella, che ha invece rivendicato l’importanza del listino quale strumento utile per allargare la rappresentanza. Dopo l’intervento di Daniele Fichera (Psi), che ha rivendicato il diritto alla rappresentanza di tutti gli schieramenti contro le eventuali clausole di sbarramento, i lavori sono stati sospesi per le proteste delle opposizioni dovute alla nuova assenza di Nicola Zingaretti.
I lavori procederanno secondo il seguente calendario: mercoledì 25 ottobre dalle ore 11 alle ore 20; giovedì 26 ottobre dalle ore 10 a oltranza (con sospensione dalle ore 17 alle ore 21).

Redazione
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