Omicidio, rapina, atti persecutori e lesioni personali gravissime, questi i reati di cui dovrà rispondere E.S.A., marocchino di 32 anni, che già annovera numerosi precedenti di polizia.
E’ accaduto nella notte tra il 6 e 7 novembre scorso.
Quando gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Anzio, diretto da Adele Picariello, sono arrivati in ospedale, ove era stato trasportato un uomo in fin di vita, hanno accertato che, questi era stato trovato su una panchina in località Tor San Lorenzo. A trovarlo in quelle condizioni, gli stessi familiari che, erano stati allertati da alcune telefonate da parte di uno straniero il quale affermava di aver appena “massacrato di botte” il loro congiunto, indicando anche il luogo. Il motivo di tale aggressione, sarebbe stata, la presunta “storia” tra la vittima e la sua ex compagna, italiana.
In realtà lo straniero, come poi accertato dai poliziotti, aveva avuto una relazione con la donna per alcuni mesi, fin quando lei, non sopportando più le continue percosse, aveva deciso di interrompere il rapporto. Da allora, però, la situazione era degenerata, tanto da costringere la stessa a sporgere varie denunce contro l’ex. Poi, quando quest’ultimo è venuto a conoscenza di una frequentazione con un altro uomo, aveva iniziato a molestarla.
Le successive indagini da parte degli investigatori, sono proseguite senza sosta, con l’escussione di tutti i testimoni della vicenda, compresa l’ex fidanzata dell’ aggressore. Questa ha raccontato, di aver ricevuto numerosi messaggi vocali nelle ore precedenti al fatto, sia da parte dell’ex che di un altro straniero.
Da detti messaggi è emerso, senza ombra di dubbio, che l’efferata azione criminosa era frutto dell’opera di due persone che, in accordo tra loro, avevano premeditato prima ed eseguito poi, l’atto criminale che si è concluso con il ferimento prima e poi con la morte della vittima, dopo qualche giorno.
Il primo ad essere individuato è stato proprio l’ex della donna, E.S.A., marocchino di 32 anni, che è stato sottoposto a fermo di polizia il giorno stesso.
La successiva visione delle immagini riprese dalle telecamere dell’ospedale, da dove si vede chiaramente la presenza dei due stranieri responsabili dell’omicidio, l’escussione di alcuni testimoni che avevano notato i due camminare insieme, entrambi con i vestiti sporchi di sangue, hanno permesso agli investigatori di identificare anche il complice. Si tratta di S.S., bosniaco di 37 anni, con numerosi precedenti. Sottoposto a fermo di polizia, dovrà rispondere di concorso in omicidio premeditato, aggravato dai futili motivi e rapina aggravata.