martedì, Aprile 23, 2024

Andreassi su Eco x: “ A 200 giorni dall’incendio non si sa ancora cosa sia bruciato”

Albano Laziale – E’ con una nota stampa che Luca Andreassi torna sulla questione Eco X. Il consigliere comunale sottolinea come, a distanza di diversi giorni e nonostante l’ultima conferenza dei servizi, non si abbiano ancora elementi dettagliati su quali sostanze siano brucite durante l’incendio che ha devastato l’azienda pometina.
“Doveva essere una Conferenza dei Servizi risolutiva. O quasi – dichiara Andreassi – Almeno così ci era stata presentata. Ovvero la Conferenza con al tavolo tutti i soggetti in qualche modo coinvolti nella vicenda ECO X con gli obiettivi di individuare e definire, anche economicamente, gli interventi di messa in sicurezza, rimozione rifiuti, caratterizzazione e bonifica del sito e discutere e approvare il documento tecnico, progettuale circa l’analisi dello stato dei luoghi e la relazione tecnica , economica degli interventi. Insomma, ci aspettavamo, finalmente, dopo 200 giorni da quell’incendio e dopo 200 giorni in cui quella montagna di rifiuti combusti e contaminanti sta ancora lì, esattamente nello stesso posto di quel maledetto 5 maggio, una soluzione o, almeno, una strada per risolvere il problema. Un percorso condiviso. Invece, a leggere il verbale disponibile sul sito istituzionale del Comune di Pomezia, sembra che la montagna abbia partorito il topolino.
Iniziamo dalle assenze. – prosegue Luca Andreassi – Al tavolo non ci sono l’Arpa Lazio, agenzia tecnica regionale e la società ECO X. E poi la discussione. Discussione che rimbalza tra le preoccupazioni della ASL Roma 6 relativamente alle caratteristiche inquinanti di quella montagna di rifiuti con esplicito riferimento ad amianto e inquinamento del corpo idrico superficiale e la richiesta di urgenti provvedimenti per la rimozione a ISPRA che rispedisce al mittente il documento tecnico presentato per varie carenze, auspicando una relazione maggiormente dettagliata al fine di quantificare gli interventi di messa in sicurezza, smontaggio o demolizione delle infrastrutture insieme a verifica dell’attuale stato della rete di gestione delle acque reflue e delle acque di origine meteorica nonché della rete piezometrica per il monitoraggio delle acque sotterranee che non c’erano nel documento.
“Fino ad arrivare alla posizione del Comune di Pomezia – aggiunge ancora il consigliere comunale – che sembra timidamente ipotizzare la possibilità di un intervento in danno, dopo 200 giorni, e della Regione Lazio, che, e questa mi pare di poter dire sia l’unica vera notizia, accanto alla rassicurazione sulla attivazione di tutte le azioni per la riscossione della polizza fidejussoria di 750.000 €, si dichiara disponibile a fornire un proprio contributo economico. Disponibilità subordinata alla quantificazione esatta delle attività di messa in sicurezza, rimozione dei rifiuti e caratterizzazione del sito.
Mi sembra la prima buona notizia, che coglierei al volo senza esitazioni se fossi il Sindaco di Pomezia che, invece, è molto silenzioso a leggere il verbale, che chiude la Conferenza limitandosi a dichiarare che “emerge la necessità di rimodulazione e revisione del documento oggetto della riunione. Di fatto – conclude Andreassi – rimandando tutto a data da destinarsi. Altro che riunione determinante. E tutto questo dopo 200 giorni. Almeno sapessimo cosa ha bruciato".

Redazione
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