mercoledì, Maggio 8, 2024

«Siamo stanchi dei loro insulti»

Cerveteri – «Mio figlio alla fine è passato in secondo ordine. Tutto era incentrato sul processo e lui è  stato messo un po’ da parte. Mi ha emozionato e commosso molto il mio legale quando ha parlato di Marco. Ha concluso la sua arringa dicendo che Marco era il figlio che tutti avrebbero voluto, il nipote che tutti avrebbero voluto avere, il cugino, l’amico perché mio figlio era così. Queste parole mi hanno colpito molto. Ha chiesto la stessa pena del pubblico ministero chiedendo però che per Viola Giorgini venisse rivisto il capo di imputazione perché nell’arco del processo sono emerse nuove cose a suo sfavore come quel ‘’ti ho parato il culo’’ riferendosi a Federico e poi anche quando la vicina ha sentito ‘’mi fai sbrattare’’, termine romano per dire mi fai vomitare. E quindi va ritenuta colpevole come gli altri». 
Queste le parole di Marina Conte, mamma di Marco Vannini, dopo la drammatica udienza di ieri alla Corte di Assise di Roma con l’arringa del suo legale, Celestino Gnazi e dei legali dei Ciontoli e della Giorgini.  Marina è sconvolta e agitata. Dopo l’arringa del suo legale non ce l’ha fatta a stare in aula ed è uscita: «Ogni tanto usciva qualcuno che mi informava su cosa dicevano i legali della difesa. Per loro infatti hanno mentito tutti: noi genitori, gli infermieri, i vicini dei Ciontoli e così via. L’avvocato Miroli ci ha citati uno per uno. Siamo tutti bugiardi tranne i Ciontoli e Viola Giorgini che dicono la verità. Quando mi ripetevano queste parole mi saliva il sangue alla testa e alla fine ho detto: non ditemi più niente, non ne voglio sapere niente. Basta». Alla domanda su come è stata questa giornata, Marina dice: «L’ho vissuta male. Ho vissuto male questo momento perché mio figlio già l’hanno fatto passare come la peggiore persona di questo mondo. Marco che era molto riservato è passato per una persona che faceva entrare chiunque nel bagno, si lavava tutto nudo e tutti potevano assistere a quello che faceva. Poi oggi hanno continuato a insultare tutti. Non soltanto mio figlio. Ma anche me e mio marito Valerio. Che motivo avevo io di mentire alla Corte? Ho detto la verità. Non avevo alcun motivo né tantomeno niente da nascondere. Sono loro che invece hanno un interesse e i loro legali, con tutto il rispetto per il loro lavoro, si stanno arrampicando sugli specchi. Così hanno chiesto l’assoluzione per tutta la famiglia e solo per il capofamiglia l’omicidio colposo»
Alla domanda del perché ha deciso di uscire dall’aula quando hanno parlato i legali della difesa, Marina esausta risponde: «Mi sarei infastidita. Sono stanca di sentire le loro menzogne, di subire le loro cattiverie, la loro mancanza di sensibilità e i loro insulti. Mancava solo che dicessero che mio figlio si fosse sparato da solo. Come quando, riferendosi ad una precedente intervista, ti ho detto che magari avrebbero chiesto se l’elicottero avesse la benzina. Non sanno più dove attaccarsi. Una giornataccia per certi versi però rimane la consolazione che fra pochi giorni si arriverà alla conclusione. Aspetto per il 18 la sentenza e continuo a confidare nella giustizia».
Anche papà Valerio è uscito dall’aula quando hanno parlato gli avvocati della difesa: «Non ce l’avrei fatta a sopportare tutto quello che hanno detto. Loro, gli avvocati difensori, chiaramente fanno il loro lavoro per cui cercano di screditare tutto quello che nel processo è emerso fino ad ora. Va detto però che è un sistema che va a toccare dei tasti che offendono. Questa è una cosa che a me da fastidio. Pure oggi (ndr ieri) hanno detto addirittura che noi genitori, io e Marina, non potevamo sapere come Marco si comportava quando stava a casa dei Ciontoli. Per cui, secondo loro, non è vero che Marco non si sarebbe fatto la doccia davanti a loro. Così però si offende la dignità e la moralità di mio figlio. E’ un fatto che mi manda in bestia.  Se fossi rimasto in aula non so come mi sarei comportato a sentire queste parole per cui ho preferito evitare e sono uscito. Sono stato male la fuori. Però ho preferito così. Ho sofferto ma sono più tranquillo. Ho evitato di prendermi una arrabbiatura che magari mi avrebbe fatto tanto male dentro. Ci vuole probabilmente uno stato d’animo particolare. Fino ad adesso sono stato molto forte ed ero presente a tutte le udienze e ho ascoltato tutto in modo molto pacato. Da quello che ci hanno raccontato, oggi, hanno dato del bugiardo a tutti. Solo i Ciontoli, secondo i loro legali, dicono la verità, loro, che fin dall’inizio hanno dimostrato di creare un castello di bugie. Arrampicarsi sugli specchi però lo trovo poco dignitoso. Sono molto fiducioso. I fatti sono così evidenti. E’ un processo basato non solo su testimonianze dirette ma anche registrate, come quelle fatte dai Carabinieri a Civitavecchia. Per cui l’evidenza è innegabile. Speriamo bene. Il pubblico ministero ha proposto una pena giusta e spero sia accettata anche dalla Corte. Almeno così arriva un po’ di giustizia per Marco. Confido, confido».
(seapress)

Redazione
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