sabato, Maggio 4, 2024

Iran: è quasi crisi diplomatica tra Europa e Stati Uniti

Sono ore e giorni di fervente attività diplomatica per cercare di tenere in piedi l’accordo sul nucleare iraniano scosso dal ’terremoto’ causato da Donald Trump con l’annuncio del ritiro Usa. Il presidente francese, Emmanuel Macron, e il collega iraniano, Hassan Rohani, assicurano di voler lavorare per "l’attuazione continua" dell’intesa. Ma è gelo tra Europa e Usa: l’Ue studia le contromisure, mentre i toni si inaspriscono verso l’alleato americano che ha minacciato sanzioni anche contro chi mantiene rapporti di affari con Teheran. Non usa mezzi termini il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, che parla di "crisi diplomatica" con Washington, dopo l’"inutile" decisione di Trump. Teheran lancia accuse al vetriolo contro il presidente Usa (in Parlamento è stata bruciata una bandiera e stelle e strisce) e chiede "solide garanzie" ai partner europei per andare avanti. L’Agenzia internazionale dell’Onu per l’energia atomica (Aiea) conferma intanto che l’Iran rispetta "gli impegni relativi al nucleare" e ribadisce che Teheran è "sottoposta al più rigido regime di verifica nucleare al mondo".
Un vertice tra i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Gran Bretagna e rappresentanti iraniani è stato fissato per lunedì prossimo. Il presidente francese, Emmanuel Macron, sentirà telefonicamente oggi pomeriggio il collega iraniano, Hassan Rohani, mentre domani il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, incontrerà a Mosca il collega russo, Serghei Lavrov. Macron ribadirà a Rohani che l’accordo non è morto. "La logica americana – ha ammonito il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian – è isolazionista, protezionistica e unilaterale" e Parigi non approva. Le Drian ha anticipato che "nei prossimi giorni" riunirà le aziende francesi per "preservarle al massimo dalle misure statunitensi" e farà lo stesso con i partner europei. La Commissione Ue potrebbe discutere mercoledì prossimo delle contromisure di Bruxelles, in occasione della riunione del collegio dei commissari presieduto da Juncker. Tra le opzioni ci sarebbe il ricorso a un regolamento Ue, adottato nel 1996 nel contesto delle sanzioni Usa contro Cuba (il cosiddetto Blocking Statute), che neutralizza gli effetti extraterritoriali derivanti dall’applicazione di una normativa adottata da un paese terzo. Un’altra ipotesi è permettere alla Banca europea per gli investimenti di operare in Iran. A Bruxelles viene visto come modello anche l’Accordo quadro di finanziamento (Master Credit Agreement) firmato dall’Italia a gennaio per garantire 5 miliardi di investimenti in Iran. L’Ue potrebbe infine decidere di presentare un ricorso davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), ma c’è il rischio che venga respinto a causa delle deroghe previste per la sicurezza nazionale.
La Guida suprema dell’Iran, ayatollah Ali Khamenei, ha definito il discorso di ieri di Trump "stupido, superficiale" e pieno di "menzogne". Khamenei, ha chiesto agli europei solide garanzie affinché l’Iran resti nell’accordo e ha avvertito che non negozierà il suo programma di missili balistici, né la sua influenza nella regione, come vorrebbero i leader europei, Macron in testa. Per Teheran solo solo pretesti con cui gli Usa vogliono affossare l’intesa. Per il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, l’accordo "resta vitale" per la sicurezza della Gran Bretagna e gli Stati Uniti non dovrebbero ostacolare chi vuole farlo funzionare. La cancelliera tedesca Angela Merkel, assicurando che Germania, Francia e Gran Bretagna "faranno di tutto" affinché l’Iran non lasci l’intesa, ha definito "grave" la decisione di Trump. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ospite a Mosca di Vladimir Putin per la grande parata del V-Day, ha ribadito che l’Iran "rappresenta una minaccia per l’esistenza di Israele". Putin gli ha espresso la necessità di "trovare soluzioni" all’acuirsi delle tensioni nella regione, dopo il raid israeliano di ieri alle porte di Damasco, contro una base iraniana. La Cina ha espresso "rammarico" per la decisione di Trump e ha esortato al dialogo per "salvaguardare l’integrita’" dell’accordo. La Lega Araba ha chiesto una revisione dell’accordo, esprimendo "l’esasperazione" delle nazioni arabe davanti alle "politiche destabilizzanti" dell’Iran nella regione.

Redazione
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