giovedì, Maggio 2, 2024

Venti di guerra tra Israle e l’Iran in Siria

Alta tensione in Medio Oriente: nella notte caccia israeliani hanno colpito decine di obiettivi militari iraniani in Siria, in rappresaglia per 20 razzi sparati contro le linee dello Stato ebraico sulle Alture del Golan. Secondo l’esercito israeliano, si è trattato dell’attacco più massiccio da quando i due Paesi hanno firmato un’intesa dopo la Guerra del Kippur nel 1973: "Sono state colpite quasi tutte le infrastrutture iraniane in Siria", ha annunciato il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman. Israele ha accusato l’Iran, ed è la prima volta che punta il dito direttamente contro Teheran per un attacco contro il territorio israeliano. L’Iran ha smentito ogni coinvolgimento. Se fosse confermato, sarebbe la prima volta che i due Paesi acerrimi nemici si sono confrontati in maniera diretta e non attraverso una ’guerra per procura’. I razzi non hanno fatto feriti tra i militari israeliani, ma le autorità dello Stato ebraico hanno accusato le forze iraniane al Quds e il comandante dei Guardiani della Rivoluzione: "L’attacco è stato ordinato e comandato da Qassem Soleimani e non ha raggiunto lo scopo", ha affermato il portavoce militare, Jonathan Conricus, precisando che "l’esercito prende molto seriamente l’attacco iraniano contro Israele". Damasco ha fatto sapere che "l’attacco israeliano segna una nuova fase della guerra in Siria".
Nel mirino dei caccia sono finiti una cinquantina di obiettivi logistici, d’intelligence, magazzini e veicoli insieme alla base da cui erano partiti i missili contro il Golan. Oltre a questi, è stato colpito anche il sistema difensivo siriano nei pressi di Damasco e nel sud del Paese. Secondo il ministero della Difesa russo, nell’operazione sono stati coinvolti "28 tra caccia F-15 e F-16 israeliani che hanno sparato 70 missili". Israele ha affermato di aver avvertito Mosca prima di muoversi. Per l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono morti almeno 23 combattenti, tra cui 5 soldati siriani e 18 miliziani di non meglio precisate forze alleate di Damasco.
Le autorità dello Stato ebraico hanno negato di volere un’escalation ma hanno sottolineato di essere pronte a rispondere duramente in caso di attacco. I jet hanno colpito "quasi tutte le infrastrutture iraniane in Siria", ha annunciato il ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, avvertendo l’Iran di "ricordarsi il detto: se piove su di noi, su di loro ci sarà la tempesta". "Israele ha trasmesso un chiaro messaggio ai suoi nemici e all’Iran", gli ha fatto eco il presidente della Knesset su Twitter, aggiungendo che "le regole del gioco sono cambiate": "Non tollereremo alcuna minaccia per la sicurezza dei nostri cittadini e non accetteremo il trinceramento delle forze iraniane nemiche a breve distanza dalle nostre comunità di confine". "Spero che abbiamo chiuso con questo episodio e tutti abbiano capito", ha aggiunto Lieberman. A nome dell’esercito, Conricus ha assicurato che non c’è volonta’ di "un’escalation della situazione". Tuttavia, ha fatto sapere il portavoce dell’Idf, Ronen Manelis, Israele è "pronto per qualsiasi scenario" e rispondera’ duramente se attaccato. "Abbiamo colpito forte le infrastrutture iraniane che Teheran ha creato in oltre un anno in Siria. Tutti gli obiettivi sono stati distrutti", ha precisato Manelis. Da Teheran, il vice responsabile del Consiglio supremo della sicurezza nazionale iraniano, Abu al-Fadl Hassan al-Baiji ha negato qualsiasi responsabilità, sostenendo che "Teheran non ha nulla a che fare con i missili lanciati a Israele dalla Siria nella notte di mercoledi’"

Redazione
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