Utili e ricavi record, oltre le attese degli analisti, per Mediobanca nei primi nove mesi dell’esercizio. L’utile netto ammonta a 681,9 milioni, in aumento dell’11,1% rispetto allo scorso anno (613,9 milioni). I ricavi del terzo trimestre superano per la prima volta i 600 milioni e nei nove mesi aumentano da 1.656,8 a 1.800,1 milioni (+8,6%). Il risultato operativo sale del 18,6% (da 685,8 a 813,3 milioni).
Il risultato riflette il consolidamento delle acquisizioni nel Wealth Management e il buon andamento di tutte le altre divisioni, in particolare del Consumer Banking. Il margine d’interesse cresce del 6,2%, da 955 a 1.014 milioni. Il Cet1 ratio aumenta dal 12,9% al 13,9%. Gli impieghi a clientela salgono da 39,6 a 40,2 miliardi in particolare nel Wholesale Banking (+2,5%) e Consumer Banking (+1,7%). Le attività deteriorate nette flettono da 892,3 a 865,2 milioni per effetto di incassi. Sono in aumento le masse gestite, che salgono a 36,5 miliardi contro i 30 miliardi a giugno scorso.
"Sul piano siamo avanti di un anno, quasi tutti gli obiettivi del terzo anno sono stati già raggiunti e battuti e dobbiamo mantenere questo tipo di traiettoria nei prossimi 12-18 mesi. Questo tipo di andamento economico-patrimoniale autorizza un interessante politica di remunerazione azionisti", commenta l’ad Alberto Nagel. "Siccome crediamo che anche il quarto trimestre sarà interessante come andamento, è legittimo attendersi un miglioramento del dividendo nella fascia alta della forchetta che abbiamo dato". Mediobanca aveva deciso di aumentare il Pay out ratio al 40-50%.
"Non abbiamo novità" su Vincent Bolloré, "né da lui né da altri", in merito all’ipotesi di un’uscita dall’Italia del finanziere bretone, che è azionista di Piazzetta Cuccia. "Non abbiamo avuto – aggiunge – alcuna comunicazione di un’uscita dal patto di sindacato, ma siamo pronti a entrambi gli scenari". Mediobanca è dunque pronta a entrambi gli scenari, tra cui quello che vede una possibile finestra anticipata di scioglimento del patto di sindacato.