mercoledì, Maggio 1, 2024

Giuseppe Conte: perplessità e dubbi in Italia e all’estero

Improvvisamente su tutte le pagine dei quotidiani italiani e internazionali, il nome di Giuseppe Conte, desta sentimenti contrastanti. In primis il presidente della Repubblica Sergio Mattarella vuole (giustamente) vederci chiaro. Il capo della Stato come premier non vuole un semplice notaio o signorsì. Italia ha bisogno di un premier forte e politica che diriga la politica interna ed estera al massimo dei livelli.
Il governo giallo-verde è sempre più un rebus per la stampa internazionale. Se già le dinamiche della politica italiana sono di per sé complesse da interpretare all’estero, il connubio mai visto tra un partito di destra sovranista sui generis come la Lega e l’inedito centrismo anti-establishment del M5s in versione Di Maio (unica possibile, e vaga, pietra di paragone: i Ciudadanos​ spagnoli) ha spiazzato gli analisti, che ora si trovano di fronte un nuovo interrogativo. Chi è Giuseppe Conte? A colpire non è solo il nome, fino a qualche giorno fa sconosciuto al grande pubblico anche in Italia, ma il profilo tecnico per un governo che di tecnico promette di avere ben poco.
"Un novizio della politica proposto come primo ministro italiano" è il titolo scelto dal Financial Times, mentre il Guardian scrive di "un Paese che attende di sapere se uno sconosciuto professore di legge senza alcuna esperienza politica sarà approvato come nuovo primo ministro". "A Bruxelles, la candidatura di Conte è stata accolta con perplessità". ’Nessuno sa chi sia e non è nemmeno un accademico di alto profilo’, ha detto un funzionario Ue, notando che persino gli italiani stanno ironizzando su come l’uomo che potrebbe essere il loro prossimo primo ministro sia meno sconosciuto dell’allenatore del Chelsea che porta il suo cognome, Antonio Conte".
"È stata una scelta strana sotto molti punti di vista", afferma invece il Telegraph, "Conte è esattamente il genere di ’tecnocrate’ accademico dell’élite e dell’establishment contro il quale il M5s si è scagliato per anni. Avrà di fronte una difficile sfida nel fungere da tramite, la Lega e il M5s divergono su alcune questioni chiave e le personalità dei loro leader sono molto differenti". "La scelta dei populisti come primo ministro italiano sdegna la burocrazia" è il titolo del Washington Post, che definisce Conte "un professore di legge allergico alla burocrazia". Il quotidiano statunitense si concentra sulla promessa di Conte di "fare piazza pulita di centinaia di leggi inutili" e sottolinea come la sua candidatura "possa essere stata una pillola amara da digerire per Salvini" alla luce della "passata affinità politica di Conte con la sinistra".
Uno degli articoli dai toni più positivi arriva dalla Faz, giornale dell’establishment finanziario tedesco, che tanto avrebbe da temere dal governo anti-austerità ma loda invece "l’impressionante carriera" di Conte, che, "popolare tra gli studenti perché sa come spiegare bene le relazioni complesse". "Oltre alle sue zelanti attività di insegnamento e di pubblicazione, trova anche il tempo per iscriversi a tutti i tipi di associazioni e commissioni", scrive la Faz, pur avvertendo che "bisognerà vedere se il suo ruolo di outsider politico lo avvantaggia o diventerà presto un ostacolo per lui". Alla pancia della Germania dà invece voce il quotidiano popolare Bild, il cui titolo urlato è "Questo professore universitario dovrebbe governare l’Italia!". La Bild spreca punti esclamativi: "Il capo dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, e il leader della Lega, Matteo Salvini, hanno chiarito cosa lo attende al vertice UE: guai!".
Sul paradosso del tecnocrate a capo di un governo cosiddetto "populista" punta anche il quotidiano economico francese Les Echos, il quale sottolinea che "le due forze anti-sistema che più volte hanno criticato con virulenza governi guidati da figure tecniche o non eletti dagli italiani" hanno trovato una "mediazione" su una figura accademica sconosciuta al grande pubblico. "Il nuovo primo ministro cade come un meteorite nel mezzo di un complicato equilibrio di forze tra la Lega e il M5s, que manterranno un rapporto presumibilmente acceso, date le posizioni divergenti su tante cose", chiosa infine lo spagnolo El Pais, "Conte era l’unica possibilità. Il mito del professore torna sempre ogni volta che l’Italia non si fida della sua classe dirigente".

Redazione
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