Il sogno dei cinque stelle, raccontano, resta sempre quello di portare con un blitz Luigi Di Maio a palazzo Chigi, anche se ufficialmente sia lo staff di Matteo Salvini che quello del capo politico del M5S assicurano che il candidato premier è sempre l’avvocato e giurista Giuseppe Conte. Anche perché, avverte la Lega, se salta Conte salta tutto lo schema faticosamente costruito. Allo stato, alla luce del faccia a faccia tra i due leader dopo il giro di consultazioni al Colle dei presidenti delle Camere Fico e Casellati, il risiko della squadra di governo sarebbe ancora tutto da comporre.
"Basta cambiare una pedina e tutto rischia di tornare alla caselle zero" avverte un big leghista, che sta seguendo da vicino la trattativa. Varie caselle in bilico e pochi punti fermi, insomma. Salvini e Di Maio resterebbero dentro alla guida di due ministeri di peso (il Viminale per il primo e il Lavoro o lo Sviluppo economico per il secondo) mentre regge per ora il nome di Paolo Savona alla guida dell’Economia. Non risultano perplessità né veti sul suo profilo, sottolineano in casa Lega. Anche se non si placano le voci di difficoltà sul suo nome.
Con l’economista a via XX settembre andrebbe ’a posto’ una delle pedine cruciali di questo sudoku: Giancarlo Giorgetti verrebbe confermato nel ruolo di ’Gianni Letta’ padano, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Pronti a entrare nella ’stanza dei bottoni’ in quota Carroccio Nicola Molteni (all’Agricoltura), Giulia Bongiorno (ai Rapporti con il Parlamento) e l’attuale capogruppo a palazzo Madama Gianmarco Centinaio (al Turismo e agli Affari regionali). Lorenzo Fontana, vicesegretario del Carroccio e salviniano doc, dato in corsa come ministro, resterebbe invece vicepresidente della Camera. Alla leghista Simona Bordonali potrebbe andare il dicastero della Famiglia e delle disabilità (un cavallo di battaglia di Salvini). Sul fronte 5 stelle, secondo gli ultimi boatos, Alfonso Bonafede sarebbe sempre in corsa per il posto di Guardasigilli, mentre continua a circolare il nome di Emilio Carelli per la Cultura. Tra gli ’attenzionati’ pentastellati ci sarebbero Danilo Toninelli (in pole per la Funzione pubblica) e Laura Castelli (papabile per la Semplificazione). Per l’Ambiente stabili le quotazioni di Sergio Costa, generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri, agli onori della cronache per le sue battaglie nella Terra dei fuochi.
Con ogni probabilità un ruolo di peso verrà ritagliato per Vito Crimi: qualcuno per lui immagina un incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega ai servizi segreti. Scendono le quotazioni di Vincenzo Spadafora all’Istruzione e risalgono quelle del ’super preside’ di Brindisi, Salvatore Giuliano, per viale Trastevere. Per la Salute si fa il nome dell’attuale capogruppo M5S alla Camera, Giulia Grillo. Del team dovrebbe far parte pure Riccardo Fraccaro, fedelissimo di Di Maio: per lui si parla dei Rapporti con il Parlamento, se non andranno alla leghista Bongiorno. Per la Difesa prenderebbe sempre più corpo il nome di Elena Trenta in quota M5S, già indicata ministro nel fantagoverno pentastellato precedente le elezioni. Punto fermo della futura ’squadra’ alla Farnesina sarebbe poi l’ex ambasciatore Giampiero Massolo, gradito al Quirinale.