martedì, Maggio 7, 2024

Cosa c’è dietro il trasferimento dell’Ambasciata Usa a Gerusalemme?

Il governo degli Stati Uniti ha pagato 150mila dollari a uno studio legale strettamente legato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, lo studio ES Shimron, I. Molho, Persky & Co, durante il periodo in cui l’ambasciata statunitense in Israele è stata trasferita da Tel Aviv a Gerusalemme. La notizia è stata data dal quotidiano israeliano Haaretz, che cita le cifre apparse sul sito web ufficiale del governo degli Stati Uniti che tiene conto delle pese del governo federale, pese del governo federale, “USASpending.gov”.
Secondo quanto riportato, questi fondi sono stati pagati studio legale dal consolato degli Stati Uniti a Gerusalemme. I fondi sono stati erogati tra il 9 aprile e il 14 maggio, il periodo esatto in cui l’ambasciata si è trasferita in città. Haaretz sostiene che “lo studio legale ha rappresentato il consolato americano per anni, ma nessun altro pagamento è stato registrato sul sito web”. Due partner dello studio legale sono considerati estremamente vicini a Netanyahu. David Shimron è il cugino di Netanyahu e avvocato personale della famiglia del premier. Isaac Molho, cognato di Shimron, è stato per anni inviato personale del premier in molte missioni diplomatiche. Secondo Haaretz, l’accordo sul conflitto di interessi firmato da Molho prima di diventare inviato speciale di Netanyahu afferma che lo studio legale rappresenta “da circa 20 anni” il consolato degli Stati Uniti su "questioni riguardanti principalmente la pianificazione e la costruzione di complessi diplomatici a Gerusalemme e la legge sul lavoro israeliana”.
In questo documento, Molho aveva promesso di non occuparsi di questioni riguardanti il ​​consolato degli Stati Uniti a Gerusalemme, aggiungendo che le questioni relative al cliente sarebbero state gestite da altri avvocati dello studio. Molho ha recentemente rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico diplomatico affidatogli dopo essere stato indagato, insieme a Shimron e altri, nel cosiddetto “Caso 3000”, uno dei numerosi casi di corruzione in cui è coinvolto l’entourage del premier israeliano. Questo procedimento riguardo l’acquisto da parte dello stato ebraico di alcuni sottomarini e imbarcazioni da guerra di fabbricazione tedesca.
Secondo Haaretz, durante i lavori di trasferimento dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme, i diplomatici americani hanno scoperto che questo avrebbe richiesto la costruzione di un muro perimetrale di 3,2 metri di altezza e la pavimentazione di una nuova strada di uscita come parte dei requisiti di sicurezza per la nuova sede. Il ministro delle Finanze Moshe Kahlon fece allora sapere che avrebbe usato la propria autorità per permettere all’ambasciata Usa di rinunciare al requisito di un permesso di costruzione per eseguire i lavori. Secondo Haaretz, questo provocò l’istruzione di un caso da parte del procuratore generale Avichai Mendelblit, sollecitato da una denuncia di un avvocato locale, Shachar Ben Meir, secondo cui la deroga avrebbe minato l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. All’epoca, fonti dell’ufficio del premier dissero ad Haaretz che Netanyahu non era coinvolto nell’iniziativa per concedere tale deroga, mentre lo studio legale Persky era coinvolto nella difesa del consolato Usa. L’ambasciata statunitense in Israele si è rifiutata di commentare la notizia, mentre l’ufficio del primo ministro israeliano ha detto che “è assurdo affermare che la decisione di trasferire l’Ambasciata a Gerusalemme e attuare la politica decennale dello Stato di Israele in merito al trasferimento delle ambasciate straniere a Gerusalemme, derivi dal fatto che lo studio legale Molho e Shimron è impiegato dal consolato statunitense”. “Va notato che il Primo Ministro non ha trattato e non è intervenuto in materia di permessi di costruzione”, ha fatto sapere l’ufficio di Netanyahu.

Redazione
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