martedì, Maggio 7, 2024

Roma 2030, una città più fruibile e una pubblica amministrazione più smart

Territorio, infrastrutture, trasporti: da qui al 2030 si sfrutterà la centralità geografica della Capitale quale risorsa preziosa per i servizi di logistica. La città avrà un assetto più moderno e una fruibilità più facile per i suoi abitanti. Saranno realizzabili: parziali miglioramenti nelle aree semiperiferiche; programmi di rigenerazione urbana e di riuso di vasti complessi abbandonati (che a Roma sono ubicati in aree semicentrali); destinazioni funzionali miste (produttive, commerciali, residenziali) in modo da ridurre la necessità di spostamenti quotidiani; programmi per promuovere e realizzare il telelavoro". È quanto emerso dalla ricerca su “Roma 2030. Scenari di sviluppo nel prossimo decennio”, iniziata nel dicembre 2017 e terminata nel maggio 2018, realizzata dallo studio De Masi per conto della Camera di Commercio di Roma e presentata oggi presso Sala del Tempio di Adriano.
A illustrare la ricerca il professore Domenico De Masi. In merito al terzo settore, nei prossimi dieci anni, l’impostazione liberista e di smantellamento dello stato e dei servizi pubblici continuerà il suo corso. Volontariato, impresa sociale e terzo settore saranno campi importanti della società romana per diversi fattori: la delusione politica che orienta verso l’impegno sociale. La ripetitività dell’offerta imprenditoriale romana che lascia scoperti ampi settori innovativi soprattutto nel nuovo welfare e nella green economy; il fallimento dei modelli consumistici; le nuove tecnologie che abbassano la soglia del capitale necessario per intraprendere un’attività e consentono di utilizzare i vantaggi di concentrazione della domanda della più grande città italiana. Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione, avremo una PA più smart, efficiente e moderna. Tale processo migliorerà la produttività del lavoro e determinerà conseguenze virtuose, caratterizzate da: un aumento della produzione sia a livello aggregato che per unità di lavoro e dell’offerta di beni e servizi; una maggiore partecipazione della popolazione alla vita lavorativa; una maggiore offerta di lavoro qualificata. Su come evolveranno i prodotti e i consumi culturali della popolazione romana, la fase di stallo in cui versa da alcuni anni la cultura a Roma – rende noto la Rricerca – sta determinando una voglia diffusa di rivalsa e di rinascita che provocherà: la formazione di nuovi gruppi, scuole, club, movimenti culturali; una nuova ondata di manifestazioni originali; forme varie di mecenatismo.
Roma sarà in grado di competere nello scenario globale: attrarrà turisti; attrarrà talenti, intelligenze, progetti; vedrà crescere il proprio prestigio a livello internazionale per quanto riguarda l’offerta culturale. Si moltiplicheranno gli spazi di integrazione e inclusione sociale, multi-etnici e multi-culturali (sull’esempio dello spazio autogestito MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz – città meticcia). Inoltre, "aumenterà il peso della ricerca tecnologica e di quella scientifica – ha spiegato il professore De Masi – entrambi diventeranno fattori decisivi per il futuro della città. I prodotti della ricerca saranno sfruttati dal sistema economico locale in alcuni settori strategici: agroalimentare, biotecnologie, telecomunicazioni aerospazio. Roma avrà la concentrazione più elevata di ricercatori pubblici in Italia. Ciò darà vita a un efficace raccordo tra le imprese, il sistema della ricerca e il mondo universitario".
Roma – specifica la Ricerca – ospita 44 università tra pubbliche, private e confessionali. Le tre università pubbliche sono frequentate da 180.000 studenti. Da qui al 2030 si creerà un maggiore raccordo tra le università pubbliche, nasceranno altre università private e migliorerà la qualità di quelle esistenti.
Il ricambio generazionale favorirà una maggiore sensibilità dei dipartimenti verso la ricerca applicata alle grandi questioni della città: la rigenerazione urbanistica, l’economia della cultura, la green economy, la riforma degli assetti istituzionali, il trasferimento tecnologico, la creatività giovanile, il rinnovamento della didattica nelle scuole, la sfida dell’interculturalità. Dunque, da qui al 2030 Roma subirà una duplice concorrenza da Nord con Milano e da Sud con Napoli. Il Mediterraneo sarà il campo geopolitico delle principali questioni del secolo XXI: pace e guerra, grandi migrazioni, sviluppo dell’Africa. Roma in quanto capitale avrà successo come luogo di: promozione delle politiche di cooperazione nord-sud; concertazione delle politiche di immigrazione; dialogo tra le grandi religioni; scambio culturale tra le università e i centri di ricerca. Ad illustrare la ricerca il professore Domenico De Masi, mentre la Camera di Commercio, ha spiegato che offre il frutto di questo lavoro scientifico agli operatori economici, sociali e culturali di Roma affinché le previsioni negative contenute nel rapporto siano scongiurate o attenuate mentre quelle positive siano accelerate e potenziate. Il profilo di Roma al 2030 così come emerge dalla ricerca può costituire la base su cui fondare ragionamenti concreti di sviluppo. A quanto reso noto, per la ricerca è stato adottato il “metodo Delphi”, secondo cui sono stati individuati 11 esperti in discipline attinenti la città di Roma. A questi 11 esperti è stato inviato un primo questionario composto da 15 domande aperte per ottenere previsioni su come evolverà Roma da qui al 2030. Poi i ricercatori hanno provveduto a elaborare tutte le risposte ricavandone 2.276 item che hanno costituito un secondo questionario. Anche questo secondo questionario è stato sottoposto a tutti gli esperti e ciascuno di essi, per ogni item, ha dovuto dichiarare con un “Sì” o con un “No” il proprio accordo o il proprio disaccordo. 552 item hanno ricevuto più di 7 consensi e sono confluiti nel rapporto conclusivo in cui si descrive la Roma del 2030.
Il Rapporto conclusivo è suddiviso in quattro parti: la prima illustra gli scopi della ricerca, l’evoluzione amministrativa di Roma e le variabili del suo mutamento; la seconda illustra la metodologia della ricerca; la terza espone in 552 item lo scenario più probabile di Roma nel 2030; la quarta contiene per intero le risposte al primo questionario fornite dagli 11 gli esperti.

Redazione
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