giovedì, Maggio 2, 2024

Allarme della Cisl: "Con il taglio degli sportelli bancari, oltre 383 comuni italiani resteranno senza filiali"

Non si arresta il taglio degli sportelli bancari in Italia che, in sette anni sono 6.289 in meno, con "383 Comuni rimasti totalmente privi di banche". E’ quanto rileva un’indagine del sindacato First Cisl secondo cui "il personale di rete è sceso nel periodo di oltre 26mila unità". Per il segretario Giulio Romani "i top manager giustificano l’abbandono del territorio con l’avanzata del digitale, ma è un pretesto, perché il ritmo delle chiusure dalla fine del 2010 è stata del 18,7% contro un calo di accessi alle agenzie solo del 7,5%. Mirano a tagliare i costi". I comuni serviti da almeno una filiale bancaria erano 5.906 a fine 2010 e sono scesi a 5.523 alla fine dello scorso anno. Un quarto delle filiali perse negli ultimi sette anni è stato chiuso nel solo 2017: a fine 2010 c’erano 33.663 agenzie bancarie, a fine 2017 erano scese a 27.374. A restare sguarnite di filiali "sono le aree marginali, abitate da una popolazione più anziana, un problema sociale sottovalutato". Ma ecco nel dettaglio la nota diffusa dal Sindacato: “Rispetto a sette anni fa, in Italia ci sono 6.289 sportelli bancari in meno, il personale di rete è sceso di 26.249 addetti e ben 383 comuni sono rimasti totalmente privi di banche. I top manager giustificano l’abbandono del territorio con l’avanzata del digitale, ma è un pretesto, perché il ritmo delle chiusure dalla fine del 2010 è stata del 18,7% contro un calo di accessi alle agenzie solo del 7,5%. La verità è che le banche si sono trasformate in distributori di prodotti finanziari di massa, come vendessero telefonini o abbigliamento, e dunque mirano soprattutto a tagliare i costi. Così è inutile sperare nella ripresa dell’economia, urge una riforma socialmente utile del sistema bancario e l’occasione per avviarla è il prossimo rinnovo dei contratti nazionali”: è questo il commento del segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, alla ricerca dell’Ufficio Studi del sindacato sull’andamento della presenza territoriale delle banche italiane.
“Il dato più impressionante – sottolinea il responsabile dell’Ufficio Studi di First Cisl, Riccardo Colombani – è che più di un quarto delle filiali perse negli ultimi sette anni è stato chiuso nel solo 2017. A fine 2010 c’erano 33.663 agenzie bancarie, il 31 dicembre scorso erano scese a 27.374 e ben 1.653 chiusure si sono concentrate nel 2017. In un solo anno siamo scesi da 48 a 45 filiali ogni 100 mila abitanti. Se si andasse avanti a questo ritmo in una quindicina d’anni non ci sarebbe più alcuna presenza fisica delle banche sul territorio”. “I comuni serviti da almeno una filiale bancaria – aggiunge Colombani – erano 5.906 a fine 2010 e sono scesi a 5.523 alla fine dello scorso anno. A restare sguarnite sono le aree marginali, abitate da una popolazione più anziana, che si trova costretta a mantenere in casa maggiore disponibilità di contante e questo rischia di aprire la strada alla microcriminalità: il problema sociale è evidentemente sottovalutato. Altrettanto sottostimato è l’impatto sull’economia locale: sette anni fa c’erano 7,6 sportelli ogni 1.000 imprese, ora sono solo 6,2. In alcuni casi le chiusure sono incomprensibili: per esempio, dall’anno scorso Calice al Cornoviglio, in Liguria, è priva del servizio bancario nonostante la zona, la Val di Vara, sia diventata celebre come la vallata del biologico”.
“La banca elettronica – prosegue Colombani – ormai ha raggiunto la saturazione: abbiamo mediamente più di un contratto home banking per famiglia (sette anni fa ne disponevano solo 68 famiglie su 100) e 71 imprese su 100 sono connesse on line con la loro banca (erano 46 nel 2010). Eppure gli italiani continuano ad entrare in filiale: in 26 milioni si rivolgono tuttora a uno sportello bancario, il 51,7% della popolazione maggiorenne. Il problema è che il crollo del numero dei dipendenti bancari ha come ricaduta un rallentamento del servizio, tant’è che il 15% dei clienti dichiara di dover fare una coda superiore ai 20 minuti contro il 14% del 2011: è come se si trattasse di una strategia delle banche per far entrare meno gente possibile in filiale e poter continuare così le chiusure indiscriminate e il taglio del personale”.
“Questi dati – afferma Romani – ci dicono che la gente non vuole la chiusura in massa delle filiali bancarie, ma anche che oggi il pensiero della clientela non ha alcun peso. Se i piccoli azionisti si potessero coalizzare in un voting trust per ciascuna banca, quel pensiero però potrebbe finalmente tradursi in una voce ascoltata e i trust potrebbero orientare il voto nelle assemblee verso obiettivi socialmente rilevanti, tra i quali può figurare certamente la difesa della capillarità del servizio bancario, con particolare riferimento alla presenza di sportelli nelle zone più disagiate, come ad esempio vaste aree meridionali e insulari, la montagna o le periferie urbane”.

Redazione
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