lunedì, Maggio 6, 2024

Cda Rai: ecco i 5 nomi proposti dal Movimento Cinque Stelle che possono essere votati sulla piattaforma Rousseau

Il Movimento martedì 16 giugno dalle 10 alle 19 sceglierà attraverso una votazione online su Rousseau i suoi candidati" al Cda Rai. È quanto si legge in un post sul blog delle stelle. "È stata fatta una prima scrematura e sono stati individuati dei profili pronti ad impegnarsi nella realizzazione della nostra visione di tv pubblica facendo del merito il principale criterio di selezione – spiega M5s – I profili più votati saranno quelli che il Movimento esprimerà in Parlamento anche in relazione a dove si sono candidati (alcuni profili lo hanno fatto solo in uno dei due rami del parlamento) e tenendo conto della rappresentanza di genere. Ogni iscritto potrà esprimere una sola preferenza". I nomi dei candidati pentastellati che saranno domani in votazione, sono: Paolo Cellini, Beatrice Coletti, Paolo Favale, Claudia Mazzola, Enrico Ventrice.

Paolo Cellini
È docente di Economia Digitale all’Università Luiss di Roma. È considerato uno dei massimi esperti italiani di digital economy, attualmente lavora come investment partner di Innogest, uno dei principali fondi di venture capital italiani, dove si occupa della selezione delle startup in cui investe il fondo. Ha lavorato in Seat Pagine Gialle, come direttore della divisione internet, è stato amministratore delegato di Buffetti (Telecom Italia Media) e tra il 1993 al 2001 ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali in Disney Interactive.

Beatrice Colletti
È una consulente freelance, classe 1969, milanese, fino al 2016 è stata amministratore delegato di Sportcast, la casa di produzione del canale televisivo Supertennis (una controllata dalla Federazione italiana tennis). Nel 2012 è stata capo delle produzioni di Fremantle Media Italia (X Factor, The Apprentice, Ginnaste – Vite Parallele). Ha prodotto consulenze per Sky Italia, La 7 e Fox International. Da luglio 2010 cura lo start up del canale 136 di Sky, Babel, di cui diviene Direttore di Canale. Nel suo curriculum è scritto che ha frequentato il corso di Lettere all’Università di Milano, ma non che abbia conseguito il titolo, mentre consegue a milano un diploma triennale al Centro di Formazione Professionale per la tecnica cine televisiva.

Paolo Favale
Romano, classe 1958, è un avvocato con esperienza decennale nella direzione Affari Legali della Rai, dove ha lavorato fino al 2014. Oggi lavora principalmente come libero professionista e nel suo curriculum scrive che ha “maturato le maggiori competenze nel settore delle comunicazioni e dell’audiovisivo”. Tra il 2010 e il 2014 si è occupato in particolare della struttura Consulenze e contratti e dei rapporti con le Autorità amministrative indipendenti. Ha esperienza anche in studi legali attivi nel settore telecomunicazioni. Laureato in giurisprudenza a Roma nell 1986, ottiene l’abilitazione alla professione di avvocato nel 1990.

Enrico Ventrice
Romano, classe 74, è documentarista e produttore televisivo. Fino a marzo 2018 ha lavorato per un’azienda americana che fa produzioni televisive, la Global Vision Group Newsnet. Ha una laurea triennale in Tecnologia della comunicazione audiovisiva e multimediale, presa con il massimo dei voti a Ferrara.

Claudia Mazzola
Giornalista, fa parte della redazione politica del Tg1 dal 2012. Si laurea in filosofia teoretica nel 1994, consegue il dottorato di ricerca a Perugia, dove nel 2000 completa gli studi con la scuola di giornalismo. Prima di essere assunta a viale Mazzini, ha lavorato per Inter Channel e per l’agenzia di stampa Ansa. Di lei in questi giorni si ricorda soprattuto un aneddoto del 2014, quando Mazzola è stata pesantemente attaccata da Rocco Casalino sul Blog di Grillo che l’accusò personalmente di fare disinformazione “La vera vergogna è una tv pubblica che non è più in grado di raccontare la realtà, ma che sa solo deformarla e fare disinformazione”.
"La Rai che vogliamo sarà imparziale e indipendente a partire dalla governance e ci batteremo affinché questo corollario non venga derubricato solo a buona intenzione – si legge nel post – La legge di riforma, approvata nel 2015, prevede un Consiglio di amministrazione ridimensionato da 9 a 7 componenti. Per la prima volta non toccherà alla Commissione di Vigilanza, ma saranno la Camera e il Senato a eleggere 2 componenti per parte. Altri 2 membri saranno scelti dal Consiglio dei Ministri, mentre un altro verrà designato dall’assemblea dei dipendenti dell’azienda. Il Parlamento sarà chiamato quindi a scegliere 4 nomi tra coloro che hanno inviato il proprio CV nell’ambito della procedura di selezione pubblica prevista dalla legge".

Redazione
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