giovedì, Maggio 2, 2024

Giro di vite contro il Clan Casamonica: 37 affiliati in carcere

I carabinieri del Comando provinciale di Roma sono impegnati tra la capitale e le province di Reggio Calabria e Cosenza nell’esecuzione di 37 misure cautelari in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, a carico di persone alle quali viene contestato anche l’articolo 416 bis del codice penale, "per avere costituito e preso parte all’associazione mafiosa denominata clan Casamonica". ll ruolo apicale di promotore è stato attribuito a Giuseppe Casamonica, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione. I destinatari delle misure cautelari sono ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di "aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso". All’operazione, denominata "Gramigna", partecipano circa 250 militari del Comando provinciale di Roma con l’ausilio di unità cinofile, un elicottero dell’Arma e personale dell’8 Reggimento "Lazio". Al momento i provvedimenti eseguiti sono 31 con altri 6 attivamente ricercati.
C’erano anche il conduttore radiofonico Marco Baldini , che più volte ha parlato pubblicamente dei suoi problemi economici dovuti alla sua dipendenza dal gioco d’azzardo, e il figlio di Franco Zeffirelli tra le vittime di usura da parte del clan Casamonica colpito oggi dal maxi blitz dei carabinieri del comando provinciale di Roma. E’ quanto emerso nel corso della conferenza stampa che si è svolta al comando provinciale. Nel corso delle indagini è stato reso noto che ai Casamonica non serviva quasi mai ricorrere alla violenza: il loro nome bastava ad incutere timore nelle vittime e nei cittadini. I soggetti sono ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

Redazione
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