giovedì, Maggio 2, 2024

Pisa, svolta per la morte dell’ex parà della Folgore Emanuele Scieri. Arrestato un ex militare di Cerveteri (Roma) che stava per far ritorno negli Usa

C’è un arresto, nell’ambito delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il 26enne siracusano, parà di leva, trovato morto il 16 agosto di 19 anni fa nella caserma Gamerra di Pisa, centro di addestramento della Folgore. Il ragazzo fu trovato senza vita ai piedi di una torretta d’asciugamento dei paracadute e sin dall’inizio ci fu il sospetto del delitto. Oggi la svolta con l’arresto di un ex caporale della Folgore. C’era il rischio che, consapevole delle indagini, fuggisse dall’Italia. Su di lui l’accusa gravissima della procura della Repubblica di Pisa di concorso in omicidio volontario per la morte di Emanuele Scieri, il parà di leva siracusano trovato morto il 16 agosto di 19 anni fa nella caserma Gamerra di Pisa, sede del centro di addestramento della Folgore. L’arrestato è Alessandro Panella, caporale e capocamerata di Cerveteri (Roma) a cui era stato assegnato Scieri. Panella è anche cittadino americano. Venerdì 3 agosto stava per rientrare negli Stati Uniti con un biglietto di sola andata dopo aver saputo delle indagini che lo riguardavano. Di qui la necessità della Procura di procedere all’arresto per evitare la fuga. Altre due persone sono indagate. La dinamica che portò alla morte di Scieri è legata agli episodi di nonnismo che nei primi momenti furono ipotizzati. A dare una svolta alle indagini i risultati della commissione di inchiesta sul caso. “Abbiamo ritenuto di accertare la permanenza in vita di Scieri e siamo arrivati alla conclusione che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele e per questo contestiamo l’omicidio volontario proprio perché il giovane è stato lasciato agonizzante a terra”. Lo ha detto il procuratore di Pisa Alessandro Crini in merito all’arresto effettuato dalla Polizia per la morte del parà. “Questa dinamica – ha aggiunto – non è una nostra congettura ma ricavata dai vecchi accertamenti attualizzata con quelli peritali effettuati dalla commissione parlamentare. Sulle modalità con cui si sarebbero svolti i fatti c’è stata sostanziale condivisione anche con le testimonianze che abbiamo raccolto e ci dimostra che la nostra ipotesi accusatoria non è campata in aria”. “Un po’ prima che iniziasse la conferenza stampa – ha aggiunto il procuratore – abbiamo ritenuto di avvisare la madre di Emanuele Scieri perché principalmente dobbiamo dare una risposta alla famiglia di questo sventurato ragazzo. È stato un colloquio breve durante il quale la signora si è commossa”.
“Sto benissimo. Fin troppo bene. È una battaglia che conduciamo da 19 anni. Arriveremo ad avere la verità su quel giorno e a ridare dignità ad Emanuele ed alla famiglia”. Così Carlo Garozzo, presidente dell’associazione ‘Giustizia per Lele’, sugli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Pisa sulla morte di Emanuele Scieri. “Mi sento di dedicare questa giornata al papà di Emanuele, Corrado, che non c’è più – aggiunge commosso – ed è stato un vero combattente per la verità”. Gli amici di Emanuele dopo solo un mese si costituirono in associazione per ricercare la verità su quanto accade nella caserma Gamerra di Pisa quel 13 agosto 1999. “È una notizia che premia la società civile – sottolinea Garozzo – negli ultimi anni abbiamo chiesto e ottenuto la commissione parlamentare inchiesta che hanno svolto un lavoro eccezionale che ha consentito alla Procura di svolgere indagini mirate. E mi sento di ringraziare tutti i parlamentari siracusani presenti, dalla presidente Sofia Amoddio alla vice Stefania Prestigiacomo”. Garozzo ripercorre gli ultimi 19 anni: “Abbiamo assistito a spiegazioni incredibili, ci siamo scontrati contro un muro di omertà, ma non ci siamo mai arresi e abbiamo sempre creduto che la verità sarebbe emersa. Siamo orgogliosi. La strada della giustizia tracciata: Emanuele non si e suicidato e non è stato vittima di una fatalità ma è stato ammazzato in quella caserma il 13 agosto”. Quest’anno anno non sarà un anniversario come gli altri: “Ricordiamo Emanuele il 13 agosto e poi il 31 – ricorda – avrebbe compiuto 45 anni. L’hanno lasciato morire in quella caserma, qualcuno l’avrebbe potuto salvare”.

Redazione
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