venerdì, Maggio 3, 2024

Strage di Bologna, dopo 38 anni restano in piedi muri di omertà. Il messaggio del Capo dello Stato

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha voluto ricordare i martiri della strage di Bologna. Un messaggio ali familiari delle vittime che è però anche un accorato appello per la verità su quanto accaduto. A 38 anni da quel 2 agosto restano ancora tutti in piedi muri di omertà che hanno coperto azioni di depistaggio e offerto coperture a chi, ancora oggi resta nell’ombra. Ma andiamo a leggerlo il messaggio di Mattarella: “Sono trascorsi trentotto anni dalla tremenda Strage di Bologna – scrive il presidente – che straziò 85 vite innocenti, con indicibili sofferenze in tante famiglie, ferendo in profondità la coscienza del nostro popolo. Il tempo non offusca la memoria di quell’attentato, disumano ed eversivo, che rappresentò il culmine di una strategia terroristica volta a destabilizzare la convivenza civile e, con essa, l’ordinamento democratico fondato sulla Costituzione. L’orologio della stazione, fissato sulle 10 e 25, è divenuto simbolo di questa memoria viva, di un dovere morale di vigilanza che è parte del nostro essere cittadini, di una incessante ricerca della verità che non si fermerà davanti alle opacità rimaste. Fu un’esplosione devastante, per la città di Bologna e per l’intera Repubblica. Morirono donne e uomini, bambini e adulti. Bologna e l’Italia seppero reagire, mostrando anzitutto quei principi di solidarietà radicati nella nostra storia. Il popolo italiano seppe unire le forze contro la barbarie. Di fronte alle minacce più gravi, le risorse sane e vitali del Paese sono sempre state capaci di riconoscere il bene comune: questa lezione non va dimenticata. I processi giudiziari sono giunti fino alle condanne degli esecutori, delineando la matrice neofascista dell’attentato. Le sentenze hanno anche individuato complicità e gravissimi depistaggi. Ancora restano zone d’ombra da illuminare. L’impegno e la dedizione di magistrati e servitori dello Stato hanno consentito di ottenere risultati che non esauriscono ma incoraggiano l’incalzante domanda di verità e giustizia. L’azione generosa che l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage ha svolto negli anni, e continua a svolgere, costituisce una preziosa energia che riesce a propagarsi nella società e nelle istituzioni. Desidero rinnovare il mio sentimento di vicinanza ai familiari delle vittime e rivolgo un ringraziamento ai bolognesi e a tutti coloro che continuano a onorare il ricordo delle vittime con civismo e passione democratica. Proprio il senso di comunità, che i terroristi volevano spezzare, è la garanzia che non prevarrà la cultura di morte”. Poi sul punto c’è da registrare anche l’intervento del ministro della Giustizia , Alfonso Bonafede: C’è un obbligo morale prima ancora che politico che ci guida: giungere ad una verità certa, libera da zone grigie e sospetti. Questo è l’unico vero modo di onorare le vittime e realizzare le legittime e sacrosante richieste dei loro familiari”. Sono le parole pronunciate da Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, nell’incontro coi familiari delle vittime della Strage. “C’è uno Stato che per 38 anni è rimasto in silenzio, negligente e non ha voluto fare luce su verità inconfessabili su cui bisogna accendere un faro”. “Per me è incredibile che, dopo che lo Stato si è dimostrato negligente per 38 anni, i familiari dimostrino ancora una volta una lezione di civiltà che la politica non ha mai dato e dimostrano di credere nello Stato. Mi onora e sento la responsabilità di essere qui parlare con voi”, sottolinea il ministro della Giustizia. “Non saranno le parole che pronuncio adesso a rassicurarvi, di parole ne avete ascoltate tante. Voglio e pretendo da me stesso in quanto rappresentante dal governo che siano i fatti a dimostrare l’impegno dello Stato, vicino a voi nella ricerca della verità e nelle richieste portate avanti su cui avremo modo confrontarci assiduamente nelle prossime settimane”. “La direttiva del 2014 per desecretare gli atti è rimasta lettera morta nei fatti. Quei pochi documenti versati nell’archivio di Stato sono frammentari, disorganici. Abbiamo letto le proposte delle associazioni che chiedono una vera attuazione e c’è una base di lavoro condivisibile e concretizzata”, continua Bonafede, parlando della desecretazione degli atti sulle Stragi e della “direttiva Renzi” di cui i familiari delle vittime della Strage del 2 agosto 1980 chiedono l’attuazione. Il governo, aggiunge, “ha chiesto al coordinatore dell’attivita’ di versamento degli atti sulle stragi degli anni 70 e 80 di ripartire presto e con nuovo piglio, con la promessa che si arrivi fino in fondo, assieme, e grazie al contributo e all’esperienza delle associazioni”.

Redazione
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