Sezione di Genova ha ritenuto di osservare, fino al triste giorno dei funerali delle vittime del crollo del Ponte Morandi, un doveroso silenzio e di esprimere soltanto il profondo dolore dei suoi soci, il cordoglio e la vicinanza alle vittime del disastro. Protezione civile, Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine e Volontari si sono prodigati per il soccorso dei feriti, per mettere in sicurezza persone e cose, per recuperare i corpi delle vittime, per scongiurare ulteriori disastri. A loro il plauso e il ringraziamento per la dedizione, la professionalità e il coraggio dimostrati. La Magistratura ha avviato gli accertamenti per individuare e contestare le responsabilità penali di quanto accaduto, accertamenti che si preannunciano estremamente complessi". Lo comunica Italia Nostra sezione di Genova.
"Ora si tratta di ripartire, – prosegue la nota – come sempre Genova ha fatto dopo le calamità che l’hanno colpita. Comune e Regione hanno fin da subito dimostrato una costruttiva operatività in sintonia d’intenti: ciò fa ben sperare per la pronta soluzione dei molteplici problemi che nell’immediato vanno affrontati e risolti: sostegno alle vittime e alle attività produttive, case agli sfollati, ripristino di una mobilità adeguata, ecc. Non può non rilevarsi che, al contrario, i rappresentanti del Governo, pur essendosi resi presenti in loco, mentre hanno in concreto promesso soltanto un modesto finanziamento di cinque milioni, hanno invece utilizzato la circostanza a fini politici per marcare una discontinuità con i precedenti governi, annunciando la revoca della concessione alla società Autostrade per l’Italia (ASPI). L’annuncio è stato quanto mai improvvido nel momento in cui soltanto quella società è in grado di assicurare una pronta demolizione delle parti non crollate del ponte e la veloce costruzione di un nuovo ponte. Ponte di cui ASPI presumibilmente aveva già avviato uno studio, se non la progettazione, considerate le evidenti condizioni di degrado della struttura e i costi crescenti delle manutenzioni. L’avvio del procedimento di revoca della concessione, revoca che tanto peserebbe sul bilancio dello Stato quanto gioverebbe al soggetto che si vorrebbe colpire, ingenera immediatamente grave incertezza sul ruolo che la società dovrebbe avere rispetto al nuovo ponte: si può ragionevolmente ritenere che lo costruirebbe senza alcuna prospettiva di ammortamento dei costi? E la propensione ASPI a risarcire i danni a coloro che hanno ricevuto un pregiudizio dal crollo del ponte (morti, feriti, sfollati attività chiuse, ecc.) aumenta forse se si annuncia la revoca della concessione? La grave confusione fra ruolo istituzionale e politico dei rappresentanti del Governo ha ingenerato, a fronte di un effimero vantaggio d’immagine, un problema inatteso, che aggrava ulteriormente la pesantissima situazione in cui si trova la città. Ciò, oltretutto, senza considerare che, se da un lato è difficile non immaginare una responsabilità penale e civile della concessionaria del tratto autostradale, altrettanto difficile è non ipotizzare una responsabilità per omessa vigilanza da parte dello stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che dal 2012 è subentrato ad ANAS nei compiti di vigilanza sul corretto adempimento del contratto di concessione da parte del concessionario, manutenzioni comprese (dal 2014 ben due Direzioni generali del Ministero hanno questi compiti).
Sarebbe certamente auspicabile l’affermazione e l’attuazione del principio di responsabilità, cui nella circostanza pare ispirarsi il nuovo Governo: sarebbe una vera rivoluzione, ma bisogna essere consapevoli che tale rivoluzione riguarderebbe tutto il sistema giuridico ed economico del paese, nonché il contesto internazionale, ora fondati saldamente sull’opposto principio della limitazione della responsabilità (di diritto e di fatto). Ma non è questa la sede per affrontare il tema. Adesso Genova e l’Italia hanno, invece, bisogno di un nuovo ponte in tempi brevissimi, chiunque lo realizzi, al fine di limitare i danni, che maturano minuto per minuto, all’intero sistema economico locale, nazionale e internazionale. Italia Nostra offre, dunque, la propria collaborazione al Comune di Genova per la ricerca delle soluzioni più vantaggiose sotto il profilo dell’efficienza e della qualità della vita dei cittadini. Il Comune di Genova ha il ruolo di regìa della mobilità cittadina e, indirettamente, in questa circostanza, anche regionale e nazionale. Italia Nostra auspica, pertanto, che il Comune voglia istituire immediatamente un tavolo tecnico per raccogliere anche le proposte delle associazioni ambientaliste, che dei temi della mobilità si sono sempre occupate con costruttivi apporti. E’ necessario, di conseguenza, avere una visione di sistema o di rete e non soffermarsi sulla sola “asta” di attraversamento del Polcevera. La ferrovia, in particolare, deve assumere un ruolo determinante sia per la mobilità cittadina sia per le movimentazioni dal e verso il porto".