martedì, Aprile 30, 2024

L’Ue fa quadrato sull’assalto combinato di Di Maio e Salvini: "Le minacce non portano da nessuna parte"

Nulla di positivo, per l’Italia, nel durissimo attacco, sferrato dai due vicepremier Salvini e Di Maio, all’Europa. La sfida all’Ue, al momento non paga e se ci saranno concessioni agli ultimatum dei due uomini forti del governo giallo-verde, saranno comunque di poco conto. Alle richieste italiane, o meglio alle minacce di tagliare il pagamento miliardario nelle casse dell’Unione, fatto sia da Salvini e condiviso da Di Maio, arriva secca e paludata la reazione di Bruxelles affidata ad un semplice portavoce: ’Le minacce in Europa non portano da nessuna parte. Il modo in cui l’Europa funziona è la cooperazione e non le minacce”.
Da registrare, sul punto, la presa di posizione del Presidente del Parlamento Europeo e vicepresidente di Forza Italia, che boccia, senza sconti l’accelerazione gialloverde che, se portata avanti porterebbe gravi danni all’economia nazionale, con il congelamento dei fondi destinati alle Pmi ed all’intero sistema economico nazionale. Ma cosa aveva detto Di Maio: "Io e tutto il Movimento 5 stelle non saremo disposti più a dare 20 miliardi all’Unione europea ogni anno’’ se nella riunione della Commissione non verrà deciso nulla sulla redistribuzione dei migranti. ’’Se non ci aiutano ce ne prendiamo una parte’’, ha avvertito Di Maio, assicurando che il governo ’’è compatto’’ nella posizione presa. Posizione più che condivisa dal suo collega di poltrona Matteo Salvini intenzionato da parte sua a portare avanti la linea dura. "Io non mollo" ha detto ieri. "Non sbarca più nessuno in Italia a meno che l’Europa non si svegli, faccia la sua parte", ha spiegato. Ma contro il ministro sono partiti i primi esposti. Una denuncia nei confronti del ministro dell’Interno, in cui si ipotizza il reato di istigazione all’odio razziale (legge Mancino), aggravata dalla posizione di responsabile di una pubblica funzione, è stata presentata da alcuni cittadini alla Procura della Repubblica di Treviso. Per i firmatari il reato si sarebbe consumato attraverso una serie di affermazioni pubbliche rese dal ministro – tra giugno e luglio – tra le quali citano: "per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare" . Intanto va detto che cresce l’insofferenza a bordo di Nave Diciotti. Nella mattinata di venerdì i 150 profughi stipati sul ponte della nave della Guardia Costiera non hanno mangiato la colazione che ogni mattina viene offerta loro.
Nonostante la situazione difficile, il clima comunque è complessivamente tranquillo, con i migranti che attendono le decisioni su quando e se potranno scendere dalla nave passeggiando o dormendo sul ponte.

Redazione
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