martedì, Maggio 7, 2024

Zingaretti pronto alla ‘Bolognina’ del Pd? “Non escludo di cambiare il nome del partito”

Con Macron ma non come Macron. Dopo l’accoglienza non certo tenera riservata da molti esponenti del Pd alla sua presa di distanza dal presidente francese, Nicola Zingaretti ha confermato le sue idee, intervistato venerdì alla Festa del "Fatto Quotidiano". "Alle Europee – ha ripetuto – il Pd dovrà costruire un’alleanza con tutte le forze europeiste, anche con Macron. Ma noi siamo diversi da lui: quindi sì difendere l’Europa con Macron, ma non fare diventare il Pd quella cosa lì"!. Poi nel corso dell’intervista Zingaretti ha anche ipotizzato una Bolognina del Pd.
Il presidente della regione Lazio ha un progetto per conquistare la segreteria del Pd. "Si parte il 13 e 14 ottobre a Roma con ‘Piazza grande’. Voglio ricostruire valori e classe politica. Sono vecchi quelli della ditta e vecchi quelli che si sono proclamati nuovi". Come Carlo Calenda, non esclude il cambio di nome al partito. "Non lo escludo affatto, ma solo al termine di un percorso. Se questo porterà a un’identità diversa, vedremo se si dovrà cambiare il nome al partito". Conferma infine anche la volontà di dialogo con i Cinquestelle. "Sono convinto – dice Zingaretti – che gli elettori del M5S e quelli della Lega e della destra non siano la stessa cosa. Voglio aprire un confronto, ma non per accordicchi, piuttosto per una sfida culturale". E contro Zingaretti si muove l’ex Premier Gentiloni: Sarebbe sbagliato cambiare nome al Pd, piuttosto è bene fare il congresso “al più presto”, ma evitando di discutere di nuovo su “Terza via” e “Sinistra anni ’80”.
“Quando sento Carlo Calenda dire ‘dobbiamo cambiare nome al Pd’ a me non convince, sinceramente. Io penso che il Pd vada cambiato, non penso che il Pd vada archiviato. E’ un problema di marketing?”. Bisogna convocare subito le assise, “la discussione non può essere rimossa, rinviata, scaricata sugli elettori. Deve confluire in un processo democratico, i partiti esistono per questo e i congressi si fanno per questo. Il congresso del Pd, che avremmo forse dovuto già convocare qualche settimana fa, prima lo convochiamo e meglio è”. Di certo, però, “non ci possiamo accapigliare come ci saremmo accapigliati 5 o 10 anni fa: la discussione tra la sinistra di Blair o quella degli anni ’80 me la risparmierei. Sono entrambe risposte vecchie e superate, come diceva Andrea Orlando. Il dibattito serve, va incanalato in un congresso, cerchiamo di non farne una riedizione di una discussione interna di anni fa sulla ‘Terza via, etcànon ci sono ricette garantite neanche nella stagione pur piena di successi degli anni ’90”.

Redazione
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