venerdì, Marzo 29, 2024

Papa Francesco: “Accogliere il migrante è un mandato biblico”

“Un governo deve avere criteri: cuore aperto per ricevere, strutture buone per l’integrazione, e anche la prudenza di dire ‘fino a questo punto posso poi non posso’, per questo è importante che tutta l’Europa si metta d’accordo su questo problema altrimenti il peso più forte ricade sull’Italia, la Grecia, Spagna, Cipro, ma per favore: non seminare odio, e oggi chiederei a tutti di guardare il nuovo cimitero europeo, si chiama Mediterraneo, si chiama Egeo”. Sono le parole di Papa Francesco pronunciate in risposta alla domanda di una signora nel corso della presentazione del libro-intervista con il gesuita Antonio Spadaro “La saggezza del tempo” (Marsilio). Poi Francesco ha continuato: “Accogliere il migrante è un mandato biblico, perché tu stesso sei stato migrante in Egitto. L’Europa – ha continuato il Papa – è stata fatta dai migranti, le culture si sono mischiate, e poi l’Europa ha coscienza che nei momenti brutti altri paesi dell’America, America del Nord, alcuni paesi in America del sud, hanno ricevuto i propri migranti europei e sa cosa significa questo. Prima di dire un giudizio sul problema delle migrazioni dobbiamo riprendere la nostra storia europea. Io sono figlio di migranti andati in Argentina. E tanti in America hanno cognomi italiani. Migranti ricevuti col cuore e la porta aperta”. “La chiusura è l’inizio del suicidio – ha detto ancora Francesco– che ha poi precisato: E’ vero che si devono accogliere i migranti, si devono accompagnare, ma soprattutto si devono integrare: se noi accogliamo così, non facciamo un bel servizio, c’è il lavoro dell’integrazione. La Svezia è stata un esempio da più di quarant’anni, l’ho vissuta da vicino quanti argentini e urrugugaian nel tempo delle dittature militari nostre, sono stati rifugiati in Svezia e subito erano integrati: scuola lavoro. E quando l’anno scorso sono stato a Lund, mi ha ricevuto il primo ministro all’aeroporto e poi, alla partenza, non poteva venire, ha inviato una ministro della cultura, e nella Svezia che sono tutti biondi questa era un po’ bruna poi ho saputo che era figlia di una svedese e di un migrante dell’Africa così integrata che è diventata ministro del paese. E invece a Zaventem la strage non è stata fatta da stranieri, ma da giovani belgi, ghettizzati in un quartiere: ricevuti ma non integrati, e questa non è la strada”.

Redazione
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