venerdì, Aprile 26, 2024

Roma, la sindaca Raggi cancella due stradi intitolate a persone che avevano firmato il manifesto della razza del 1938

 “Oggi ragioniamo in maniera concreta con gli studenti sul senso della memoria. A Roma ci sono due strade intitolate ai sottoscrittori del manifesto della razza e ho deciso nell’anno in cui ricorre l’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali, di cambiare nome a queste strade”. Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi intervenendo al cinema Andromeda su via Battistini con residenti e studenti delle scuole per discutere del cambio di denominazione di largo Arturo Donaggio e via Edoardo Zavattari, firmatari del Manifesto della razza. La modifica, ha spiegato Raggi “deve essere un percorso partecipato, in modo che i cittadini sappiano chi erano le persone alle quali queste strade erano state intitolate – ha aggiunto -. Le cancelleremo e sceglieremo insieme quegli scienziati che hanno avuto il coraggio di opporsi e ai quali saranno intitolate quelle strade”. Va detto, poi, che sono sette i nomi di scienziate e scienziati ebrei cui Roma Capitale vuole dedicare due strade in zona Battistini. I nomi proposti dalla commissione Toponomastica del Campidoglio, tra i quali al termine di un percorso partecipato verra selezionato il nome dei nuovi toponimi, sono sette e comprendono: Nella Mortara (Fisica), Mario Carrara (Medico), Pierina Scaramella (Botanica), Enrica Calabresi (Zoologa), Franco Rasetti (Fisico), Emilio Segré (Fisico), Bruno Touschek (Fisico). A chi faceva notare alla sindaca che nell’elenco ci sono molte scienziate donne, Raggi ha risposto: “anche questo è un elemento che viene spesso dimenticato. È una battaglia che va fatta ma bisogna soprattutto concentrarci su una memoria che oggi comincia a essere un po’ troppo dimenticata. Questo noi lo facciamo con i Viaggi della Memoria, con continui confronti e con il progetto “Testimoni di testimoni” in cui i ragazzi diventano custodi di una memoria che non hanno ma che devono studiare e trasmettere. Abbiamo tutti un posto nella storia”, ha concluso Raggi.
Redazione
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