domenica, Maggio 5, 2024

Varese, giovane di 15 anni sequestrato, legato ad una sedia e torturato con spray urticante e acqua fredda da quattro coetanei

E’ stato sequestrato per alcune ore tre in un box da alcuni coetanei. Il giovane, 15 anni, è stato  legato a una sedia con cavi elettrici, obbligato a spogliarsi e seviziato con secchiate di acqua fredda. Il giovane, poi, è stato costretto a fumare marijuana. Minacciato con spray urticante e accendino. Un vero e proprio campionario degli orrori. Gli aguzzini, secondo la denuncia presentata dai genitori e suffragata dalle rivelazioni fatte dalla stessa vittima agli agenti della squadra mobile, sarebbero quattro coetanei. I fatti, così come sono stati raccontati dal giovane sentito dagli investigatori e da uno psicologo, risalgono a una decina di giorni fa, ma sono venuti alla luce solo adesso. È l’ora di pranzo di venerdì 9 novembre. La presunta vittima delle angherie, uscito da scuola, si presenta davanti a un altro istituto varesino. Deve incontrarsi con un amico per mangiare un panino al Mc Donald. Fuori dalle aule ci sono anche i quattro che, secondo quanto da lui denunciato, renderanno il seguito della sua giornata un inferno. Il giovane li conosce di vista. Hanno più o meno la sua età. Qualcuno non avrebbe nemmeno 14 anni. Tutti, però, sembrano più grandi. Sono noti come “duri”. Il quartetto – si legge nel quotidiano milanese il Giorno- invita il giovane a seguirli. Lui accetta. Sarà la sua dannazione. I quattro, forse con l’inganno, lo trascinano in un box nel rione delle Bustecche. Lì iniziano a minacciarlo. Poi lo legano a una sedia e lo fanno spogliare. Il giovane cerca di fare resistenza. Nulla da fare. Parte una gragnuola di colpi. Pugni e calci. Non solo. Il ragazzo viene “innaffiato” con getti d’acqua gelata. Poi i “bulli” estraggono un accendino. «Ti bruciamo vivo», dicono al quindicenne, terrorizzato e in balia del branco. Uno dei quattro annuncia di essere pronto ad andare «a prendere i pitbull dalla nonna». I cani, fortunatamente, non si vedono. Forse è un bluff. Non è finita. Il quartetto di violenti escogita l’ennesima vessazione. Dicono al ragazzo, intontito da botte e torture, che se ne può andare. Poi lo riacciuffano. Lo rapinano del telefonino e gli rubano un orecchino. Solo a quel punto se ne vanno. Lo studente torna a casa e chiama il padre. È sotto choc. Viene portato in pronto soccorso e medicato. Il lunedì torna al Del Ponte per controlli. Gli viene diagnosticato, fra l’altro, uno «stato d’ansia e ipervigilanza». Viene trattenuto nel reparto di Neuropsichiatria infantile per cinque giorni. Esce con una prognosi di quindici. Nel frattempo i genitori, assistiti dall’avvocato Augusto Basilico, sporgono denuncia. Viene aperto un fascicolo presso la procura dei minori di Milano. I quattro, a quanto pare, sono stati identificati e portati in questura, dove hanno fornito la loro versione dei fatti. Sono poi stati rilasciati. I genitori della presunta vittima sollecitano provvedimenti. Movente dell’incredibile vicenda? Il giovane sequestrato e seviziato sarebbe il compagno di banco di un ragazzo che avrebbe contratto un debito per della marijuana non pagata con i quattro picchiatori. Indaga la Mobile.
Redazione
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